Quale vetrina migliore di Pitti Uomo, con i suoi 15.000 visitatori quasi la metà dei quali internazionali, per proporre nuovi marchi, nuove collezioni o nuove partnership? Infatti in ogni edizione non mancano interessanti novità.
E’ il caso di TRC, rivoluzionario brand di abbigliamento maschile di ispirazione workwear, che ha debuttato a Firenze durante l’edizione 106 di Pitti Uomo. Nato dalla collaborazione tra due storiche realtà tessili italiane, Candiani e Grassi, il progetto TRC affonda le proprie radici nella passione per l’abbigliamento da lavoro del suo fondatore, Alberto Candiani, e prende forma grazie all’expertise nel settore di casa Grassi, che da tempo ambiva all’espansione nel mercato B2C. Ne deriva una rilettura avveniristica di capi classici di ispirazione workwear che unisce la durabilità e l’estetica autentica dei tessuti denim alle più innovative e sostenibili tecnologie Candiani. “L’idea è nata nel periodo pandemico – spiega il fondatore Alberto Candiani – mi piaceva l’idea di rammentare che Candiani nasce proprio come una filatura di tessuti da lavoro. Da qui l’intesa con Grassi e le scelte condivise di garantire una filiera completa, utilizzando i tessuti Candiani, e di assicurare la sostenibilità grazie ai processi di lavorazione ma anche alle scelte di non stagionalità e la vocazione di durabilità dei nostri capi”.
La main collection è composta da 50 capi tra pantaloni, giacche, camicie e una varietà di capispalla. La capsule Mineral prende il nome da un tessuto innovativo, il mineral denim, sviluppato da Candiani e rielaborato stilisticamente secondo ispirazione workwear da Grassi, che presenta elementi minerali in ogni suo componente, partendo dal cotone Blue Seed, una speciale varietà di cotone ibrida, rigenerativa a fibra lunga ed iper-resistente, sino allo zolfo bio-sintetico della tintura, ottenuto da scarti alimentari e foglie. Infine, il grafene che, usato per la finitura, garantisce inedite proprietà anti-microbiche. I capi sono per lo più modulari e il target è giovane e il prezzo, che si aggira tra i 170 e i 250 euro a capo, abbastanza accessibile considerate le caratteristiche dei pezzi. Gli obiettivi sono al momento di penetrare i mercati italiano, tedesco, nord europeo attraverso una distribuzione in multibrand selezionati e i corner negli store Candiani.
Per Zanchetti, giovane azienda che produce pelletteria di lusso, si tratta della terza collezione di abbigliamento maschile e della prima partecipazione a Pitti Uomo. Anche per l’abbigliamento, come per la pelletteria, Zanchetti utilizza una rete di artigiani che garantisce una produzione interamente Made in Marche. Uno strettissimo legame col territorio che Zanchetti mostra sia nella produzione di pelletteria, sia nell’abbigliamento, sia nell’ospitalità, sia nell’editoria: “E’ nostra intenzione promuovere e valorizzare le eccellenze del nostro territorio – commenta il designer Giacomo Zanchetti – sia in Italia che all’estero. Anzi al momento è proprio l’estero che apprezza questa nostra scelta di posizionarci nella fascia di quiet luxury“. Non a caso l’estero assorbe l’80% della produzione Zanchetti, in particolare il Giappone che seppure stia soffrendo un cambio con l’euro non favorevole resta un ottimo interlocutore.
Duno