Visti in fiera – Il denim di Isko tra ricerca e nuove idee

Puntuale come ad ogni edizione di Denim Première Vision Isko ha portato a Milano la nuova collezione, la SS26, esempio di ultima interpretazione sull’unione di stile, sostenibilità e prestazioni.

La nuova generazione di tessuti di Isko è realizzata con materiali Next-Gen, per qualità uguali ai materiali vergini: ci sono infatti i tessuti realizzati con scarti tessili riciclati da RE&UP.

Multitouch, Iconic e Comfort2 le tecnologie principali della collezione: la prima consente di ottenere una gamma di look e sensazioni diverse da un unico materiale, la seconda punta sulle finiture versatili e lavabili, mentre la terza unisce il comfort del nome alla resistenza all’usura quotidiana.

Il tutto con una sinergia Turchia-Italia nelle idee e nella produzione: “La collezione SS26 – dice Marco Lucietti, direttore dei progetti strategici del brand – segna una tappa significativa nel nostro percorso di ridefinizione dell’industria del denim. Combinando fibre riciclate con tecnologie di tessuto avanzate, stiamo dimostrando che è possibile creare un denim performante e alla moda che sia rispettoso del pianeta”.

Le note di genialità e colore arrivano anche e soprattutto dalla parte di stand in cui è esposta Born to Amaze, la collezione SS26 di Isko Luxury by PG (nella foto piccola) del direttore creativo Paolo Gnutti, che stavolta dà spazio anche al jacquard, con una ispirazione di inizio ‘800.

In mostra anche il frutto della collaborazione con Officina39, la tecnologia di sovratintura EasyIndigo, il pacchetto chimico per la tintura indaco, privo di idrosolfito e soda caustica, applicato ai tessuti floccati.

“La nuova collezione – dice Gnutti – vuole parlare di un mondo di second hands, caratterizzato da prodotti sempre più ricercati nel mercato ma sempre più difficili da trovare. Tessuti che possono essere facilmente trasformati in articoli vintage e non solo, permettendo al mercato di riprodurli in qualsiasi momento”.

Cinque le capsule esposte: Godmother, ispirata agli anni ’50; Tattoo, con disegni e forme sempre diversi; Aurum, con fili d’oro a caratterizzare la trama del jeans; Noble, un mix con altre fibre pregiate come lino e lana; Wrap, che si rifà al lavoro di personalizzazione degli atelier delle officine automobilistiche.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini