Via a Première Vision, reale e digitale

Il giorno del debutto di un salone è sempre importante e, se come nel caso di Première Vision, le aspettative non sono solo sulla fiera vera e propria ma anche sulla versione “virtuale”, l’attesa è ancora maggiore.

E quindi la conferenza stampa inaugurale del direttore di PVP Gilles Lasbordes non poteva non affrontare subito i numeri: 1782 espositori con una crescita del 3,3% da una parte, 954 aziende nel Marketplace lanciato a settembre e ora aperto anche alla pelle. E’ quindi un Lasbordes soddisfatto per un salone che si presenta con alcune novità, come il settore Manufacturing frammentato in quattro parti divise tra la hall 2 e la 6, con aree innovative come il Wearable Lab e conferme come Maison d’Exceptions.

Il Marketplace è partito anche con 283 stores online, 150.000 pagine visitate e 20.000 visitatori, il 30% dei quali non è mai stato fisicamente al salone (“sono anche colleghi di ufficio o di azienda di chi è venuto in fiera che così possono confrontarsi su quanto è presentato a Première Vision” ha specificato Lasbordes).

E poi la lunga lista di fiere collegate a PV o organizzate dalla stessa società: il prossimo Denim a Milano (28-29 maggio, poi a dicembre tornerà a Londra), Made in France ad aprile ed il nuovissimo PV Sport a Portland a Ferragosto.

Affluenza discreta, meglio nel pomeriggio che al mattino, quando un guasto e un bagaglio abbandonato alla stazione Luxembourg hanno causato una serie di ritardi sulla linea B della RER che hanno trasformato i treni in circolazione dalle 8,30 alle 9,30 in “diligenze” assaltate da chi doveva recarsi in fiera o all’aeroporto De Gaulle.

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