Numeri da doppia lettura quelli dell’indagine trimestrale sul credito svolta dall’Area Credito e Agevolazioni dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Da una parte i dati positivi (calo dei tassi di interesse applicati, diminuzione della percentuale delle imprese che segnala ulteriori restrizioni del credito), dall’altra le note dolenti (su tutte il crollo degli impieghi rilevati durante il periodo estivo).
Senza un business plan, sempre più richiesto dalle banche, le imprese ormai rischiano di non poter più recarsi a chiedere nuovi prestiti. Secondo i dati della Banca d’Italia ad aprile i prestiti concessi in provincia di Varese a famiglie e imprese erano scesi ad uno dei punti più bassi degli ultimi anni toccando i 20,5 miliardi di euro. Da lì una risalita, fino ad uno dei punti, invece, più alti: i 20,9 miliardi di giugno. Poi di seguito i 20,6 miliardi di agosto.
Tra le ombre della situazione creditizia nel Varesotto c’è poi quella quota del 39% delle imprese che ha segnalato come nel secondo trimestre 2016 si sia registrato un incremento delle spese e delle commissioni rispetto ai primi mesi dell’anno.
Tra i dati, invece, positivi c’è la bassa percentuale di imprese che ha rilevato un’ulteriore restrizione del credito, 11%, e sono poche, il 17%, le imprese che segnalano aumenti dei tassi applicati. Il 13% delle imprese ha segnalato che a fronte dei fidi in essere è stata richiesta dalla propria banca una garanzia aggiuntiva che non era prevista in precedenza. Nella maggior parte dei casi (52%) tale garanzia è rappresentata dall’intervento di un Confidi. Significativa rimane anche la richiesta di garanzie personali integrative, di norma fidejussioni, a sostegno delle richieste di fido: 38%.