Alla fine del terzo trimestre l’industria delle province di Biella e Vercelli ha registrato numeri all’insegna del segno negativo.
Come di consueto la Camera di Commercio di Biella e Vercelli, l’Unione Industriale Biellese e Confindustria Novara Vercelli Valsesia hanno monitorato lo stato di salute del settore ed i numeri, come era ovvio attendersi, non sono eccelsi.
A Biella il calo della produzione industriale è stato registrato in tutti i settori della filiera del tessile (-14,1% per tutta l’industria), molto al di sotto della media regionale (-2,4%). La filiera del tessile ha messo a registro il crollo della produzione industriale che passa dal -13,9% delle altre industrie tessili, al -15,1% della filatura, al -28,7% della tessitura e al -29,6% del finissaggio. In forte calo anche gli ordinativi provenienti dal mercato interno (-13,9%) e da quello estero (-13,5%). Inevitabile anche il calo del fatturato totale (-14,3%) e di quello estero (-14,6%).
“Le previsioni degli imprenditori – dice il vice presidente dell’Unione Industriale Biellese con delega all’Economia di Impresa, Sviluppo delle Filiere e Sostenibilità, Paolo Barberis Canonico – non possono che peggiorare. Riuscire ad avere una prospettiva in termini di strategia e visione è un elemento fondamentale e come imprenditori non possiamo arrenderci ad uno scenario particolarmente segnato dall’incertezza e dobbiamo immaginare nuove soluzioni e nuovi spazi di business. Ma non possiamo essere lasciati soli. Occorre un piano urgente e concreto, una politica industriale nazionale ed europea, che possa preservare il tessuto produttivo mantenendo integre le filiere, che punti su sostenibilità e digitalizzazione, che possa ridurre le incertezze per le imprese e aumentarne la competitività, che possa salvaguardare l’occupazione”.
Nel vercellese il calo generale è stato meno vistoso (-6,3% rispetto al settembre 2019) ed anche in questo caso ad abbassare i numeri è stato il tessile-abbigliamento (-28,2%)..