C’è spazio per un tessile sostenibile e per lavori nuovi nel mercato attuale. Lo dice lo studio realizzato da Centrocot e finanziato dalla Regione Lombardia nell’ambito del progetto “I&S Textile –Innovazione e sostenibilità nel settore tessile” per capire quali nuove competenze si rendano necessarie per supportare i programmi di sostenibilità delle imprese.
Le due due figure professionali di sicuro interesse per l’industria tessile e della moda che sono emerse sono quella di progettista di prodotti tessili sostenibili e di responsabile della sicurezza chimica. La ricerca è stata svolta in collaborazione con la Scuola di Ingegneria della Liuc – Università Cattaneo dalla professoressa Aurora Magni ed ha coinvolto 21 imprese del territorio in rappresentanza di tutti gli step produttivi per complessivi 24 partecipanti tra imprenditori e manager.
I pareri hanno riguardato anche le prospettive e per la maggioranza degli intervistati la crisi non è finita, anche se per altri ci sono segnali di ripresa. L’industria del futuro dovrà dare peso maggiore alle capacità progettuali (opzione condivisa all’unanimità) e gestionali (96%), dovrà essere attenta alle tematiche ambientali (96%), in grado cioè di innovare continuamente l’offerta dei prodotti (88%) ma anche di monitorare flussi complessi di dati e di processi decisionali.
Per quanto riguarda aziende e innovazione sostenibile c’è chi ha in attivo iniziative finalizzate a ridimensionare il costo ambientale dei processi produttivi e a incrementare il grado di sostenibilità dei manufatti. 18 aziende su 21 offrono già ai loro clienti prodotti con contenuti green e le 3 restanti si stanno dedicando a quest’obiettivo. Al primo posto tra gli obiettivi le aziende indicano gli sforzi per eliminare sostanze chimiche tossiche dalle lavorazioni sostituendole con altre più ecocompatibili ma altrettanto efficaci, al secondo il controllo della supply chain anche relativamente alle tematiche sociali, al terzo si collocano gli interventi per rendere più sostenibile il prodotto. 18 aziende hanno una figura dedicata di formazione tecnico/scientifica, anche se prevalentemente si tratta di una figura ibrida che si occupa anche di altre funzioni (sicurezza, qualità).
Per questo nuove figure professionali possono trovare spazio: il progettista di prodotti green e il responsabile della sicurezza chimica sono le due principali.
Intorno al ruolo di Centrocot si è soffermata la direttrice Grazia Cerini che ha illustrato le attività di formazione ormai in fase conclusiva destinate alla preparazione di “Valutatori di sistemi di gestione qualita’ per enti di certificazione”, “Esperti per la ricerca e la progettazione nel settore tessile” e “Esperti in sostenibilità ambientale nel settore tessile”, corsi che hanno coinvolto complessivamente 32 studenti (diplomati e laureati) con una metodologia fortemente innovativa che ha integrato alle lezioni d’aula gruppi di lavoro, stage, sviluppo di progetti. Un modello didattico che sarà riproposto nell’ambito del corso IFTS attualmente in fase di promozione dedicato alla Sostenibilità nella filiera del cuoio e della pelle e in avvio il 16 gennaio 2017.