La vigilia di Pitti Uomo è sempre il momento in cui il sistema moda italiano si mette a fare i conti e le previsioni per il futuro: in questo caso la cornice sembra rosa, anche se influiscono molto le basi di partenza, ovvero un 2016 di livello basso.
Secondo l’ufficio studi di Sistema Moda Italia infatti la crescita del settore nella prima metà del 2017 è stata del del 2,3%, grazie al +2,5% del tessile e al +2,1% del valle della filiera. E sulla base di queste cifre il 2017 potrebbe chiudersi di poco sotto al 2%, ovvero al +1,8%.
A rendere il tutto positivo ci sono però due fattori: il primo è confortante ed è la crescita della filiera in Italia, il secondo invece getta un po’ d’acqua sul fuoco degli entusiasmi perché, come fa notare SMI, si parla di percentuali in crescita sì, ma rispetto a quelle dello stesso periodo di un anno fa, quando la crisi era acuta.
Negli ultimi tre anni e mezzo il tessile-abbigliamento-moda è cresciuto del 4,2%, più del PIL nazionale (1,8%) e dell’industria meccanica tradizionale (3,2%). Si arriva al 6% aggiungendo i settori delle associazioni entrate in Confindustria Moda.
Nel 2017 il tessile-moda dovrebbe chiudere con un giro d’affari totale di 53,8 miliardi di euro e un saldo commerciale a quota 9,1 miliardi (+1,6% rispetto al 2016); il 2016 invece è terminato con 52,8 miliardi di euro (+0,9% rispetto al 2015) di ricavi, sostenuti dall’abbigliamento (+1,4%), mentre il tessile è rimasto stabile.