Disposizione tessuti

Tessile-abbigliamento, il secondo semestre è un’incognita

Segnali chiari e deludenti dal primo semestre, tutto da interpretare, ma con tanti timori, il secondo: la nota congiunturale di Sistema Moda Italia traccia i contorni del tessile-abbigliamento italiano ala fine di giugno.

L’indagine condotta dall’Ufficio Studi Economici e Statistici di SMI dipinge infatti un quadro critico: il rallentamento, iniziato nella seconda metà del 2023, si è ulteriormente accentuato, con il 75% delle aziende che ha registrato una flessione del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, una quota significativa di imprese ha riportato contrazioni superiori al 20%.

Per luglio, agosto e settembre i numeri, secondo il 33% delle aziende, potrebbero addirittura peggiorare: si stima quindi che i primi nove mesi del 2024 si chiuderanno con una flessione del fatturato intorno al -6,2%.

Nonostante una leggera flessione del personale in alcune aziende, il livello occupazionale complessivo si è mantenuto relativamente stabile. Tuttavia, il ricorso agli ammortizzatori sociali è stato significativo, con il 26% delle aziende che ne ha fatto uso, interessando in molti casi una quota elevata di lavoratori.

Le aspettative degli imprenditori per l’intero 2024 rimangono poco ottimistiche. Il 64% prevede una chiusura d’anno sotto i livelli del 2023, mentre solo l’11% si aspetta un miglioramento. La maggior parte degli operatori (70%) ritiene che una ripresa del settore non avverrà prima dell’inizio del 2025.

Per la forte contrazione della domanda e il clima di incertezza tra gli imprenditori sono necessarie misure urgenti per sostenere le imprese e favorire una ripresa del settore.

“Il periodo storico – dice il presidente di SMI Sergio Tamborini – pone l’industria del Tessile&Moda di fronte a sfide crescenti. Occorre dare un nuovo impulso all’intera filiera produttiva attraverso misure ad hoc, rafforzando i rapporti strategici con l’Europa e i mercati di riferimento. La centralità del Sistema Moda e il suo essere emblema del made in Italy rendono urgente l’adozione di un piano strategico a tutela del capitale creativo, di quello umano e delle capacità tecnologiche industriali. Ciò dovrà avvenire anche attraverso l’accelerazione di normative fondamentali per la creazione di un nuovo modello produttivo e sostenibile per l’industria”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini