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Tavolo della Moda, luci e ombre da Roma in attesa della ripresa

Le aziende riaprono le porte dopo una pausa estiva che, complice un calendario con Ferragosto a metà settimana, è apparsa più lunga del solito.

Non poche ditte infatti, anche a causa di ordini limitati, hanno deciso di spegnere le macchine già il 2 agosto ma adesso è il momento di riattivare gli interruttori e ripartire in vista dell’ultimo quadrimestre di lavoro.

Si riparte dai temi toccati al Tavolo della Moda del 6 agosto, che hanno portato a commenti orientati alla prudenza, con qualche elogio ma anche con alcune critiche.

“I temi toccati – ha detto Francesco Marini per conto di Confindustria Toscana Nord – sono corretti e rispecchiano i capitoli che anche la nostra associazione ha evidenziato e caldeggiato. Credito e ammortizzatori sociali sono fronti emergenziali su cui intervenire con efficacia: ci aspettiamo misure concrete che consentano alle imprese di affrontare con serenità i prossimi mesi, presumibilmente ancora difficili. Per il credito di imposta per ricerca e sviluppo 2015-2019 occorre una soluzione radicale: riconoscere che per la moda, che per le sue caratteristiche intrinseche è orientata soprattutto alla ricerca estetica, non possono valere le stesse regole di altri settori. Non si devono contestare le imprese perché le attività per le quali si è richiesto il credito non rappresentano un salto tecnologico: la moda è soprattutto creatività sul piano estetico. Ma è necessario percorrere anche un altro binario oltre a quello delle misure emergenziali, un binario che guardi al futuro non immediato. Per un settore come la moda, fondamentale per l’economia nazionale, vale la pena delineare politiche industriali che recepiscano le istanze delle imprese, la loro voce e la loro esperienza. Occorre favorire e accompagnare gli investimenti delle imprese nel percorso verso una nuova economia, quella che ha nella sostenibilità il suo riferimento essenziale. Lo Stato dimostri di credere nella moda, settore identitario con un valore che per il ‘brand Italia’ va anche al di là di se stesso. Il Tavolo della moda può diventare uno strumento con finalità diverse e più strutturali rispetto alla gestione dell’emergenza”.

Ovviamente presente a Roma Sistema Moda Italia, col presidente Sergio Tamborini, che ha sottoposto le istanze del sistema confindustriale. A fronte di una stima di una flessione del fatturato complessivo del settore intorno al 6,2% e a un calo che riguarda il 75% delle aziende Taborelli ha parlato di una “CIG per cui è necessaria una flessibilità che ampli il raggio di azione e di respiro delle aziende”, di “nuovi strumenti nelle politiche del credito, a beneficio soprattutto dei marchi medi in difficoltà, ma senza creare distonie nel mercato” e di “credito di imposta, per cui è attesa la decretazione sui campionari nei prossimi giorni, considerando come indispensabile l’interpretazione autentica per l’ideazione estetica che risolverebbe alla radice il problema”.

“Al di là delle misure di emergenza – ha aggiunto Tamborini – la necessità per il settore è quella di una politica industriale che lavori su una prospettiva dei prossimi 10-15 anni e tuteli i fondamenti centrali dell’industria: il capitale creativo e la relativa decretazione sul credito d’imposta, il capitale umano, con particolare attenzione sulla trasparenza dei contratti, infine, le capacità tecnologiche industriali. Tutto ciò dovrà avvenire anche attraverso l’accelerazione di normative fondamentali del settore che promuovano la creazione di un nuovo modello produttivo e sostenibile per l’industria sulle orme di quanto già promosso e attuato da primari partner europei della nostra industria”.

La politica industriale per il tessile abbigliamento riguarda in primis la politica energetica, attenzione all’approvvigionamento delle materie prime (SMI ha presentato al Tavolo della Moda di aprile un paper sulla Seta, incentrato sulla necessità di ricostituire una filiera ad hoc in Italia), capacità di attrazione del settore, tutelando il capitale umano attraverso la trasparenza e attenzione verso la nuova industry del riciclo, promuovendo l’applicazione delle normative europee.

Parlano di “prime tiepide risposte anti-crisi” Cna Federmoda e Confartigianato Moda in una nota congiunta dopo aver chiesto interventi urgenti: “Le misure presentate dal ministro Urso – hanno detto i presidenti di Cna Federmoda, Marco Landi, e di Confartigianato Moda, Moreno Vignolini – recepiscono alcune nostre sollecitazioni, in particolare per quanto riguarda la richiesta di moratoria sui finanziamenti garantiti alle imprese, che dovrebbe trovare conferma in una circolare inviata dall’Abi agli istituti di credito su impulso del Mimit dalla quale ci si attende una procedura automatica di moratoria per tutte le tipologie di finanziamento e per tutte le aziende che ne facciano richiesta e non solo per quelle in conclamato stato di difficoltà. Passi avanti sull’annosa questione dei crediti d’imposta per attività di ricerca e sviluppo con la previsione di un meccanismo di paga/stralcio al 50% per quelle aziende oggetto del provvedimento di restituzione. Questo intervento dovrà essere proporzionato al mondo della piccola impresa. Rimane la preoccupazione sul fronte degli ammortizzatori sociali per la necessità di affrontare le criticità di alcune fasi della filiera e di alcuni territori dove le ore di cassa integrazione sono prossime al termine. Nessuna risposta al momento sulle richieste relative alla sospensione dei versamenti contributivi ed erariali per le imprese del settore, misura richiesta da CNA e Confartigianato come sostegno alla liquidità delle imprese”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini