Qualcuno lo sceglie come professione, Super Duper piuttosto per passione. Così i tre giovani artigiani per caso stanno diventando un ‘nome’ nel panorama del cappello.
Matteo Gioli, Ilaria e Veronica Cornacchini hanno da sempre questa passione per i cappelli e hanno iniziato a farseli a mano per se stessi. Poi l’invio di qualche immagine a Pitti su suggerimento di amici, la convocazione di Pitti: “potete mandarci i vostri dati societari?”…la società non c’è, ma tempo una settimana parte e con lei, siamo nel 2010, inizia la storia di SuperDuper Handmade Hats.
Le tappe a questo punto si bruciano: la vittoria nel 2013 a Who’s on next Uomo, pochi giorni fa la presentazione della collezione SS2016 in un evento che in occasione di Pitti Uomo ha dimostrato quanto il marchio sia cresciuto.
Riverside Blues Collection è la collezione che è stata presentata alla Rari Nantes in un suggestivo contesto lungarno con la presenza del one man band Dollar Bill che con il suo blues ha fatto capire come è nata questa collezione fatta degli intrecci delle paglie più lucide, come i riflessi delle acque del fiume (Mississippi o Arno che sia), di cellulosa maltinta che dà un effetto riverwash.
“Alla vigilia di questo Pitti avevamo un po’ di timore – confessano i giovani designer – tante aspettative, tanti cambiamenti in così poco tempo. Ma poi quando si sono aperti i cancelli e i clienti hanno iniziato il loro ingresso nello stand ci siamo trovati nel nostro ambiente e tutto è andato molto bene. Ottimo afflusso, tanto interesse, tanti mercati”.
Il mercato principale per Super Duper è il Giappone. “Si tratta di un cliente davvero molto interessante – commenta Gioli – che comprende il Made in Italy, lo conosce e lo fa suo, tanto da poterlo manipolare, interpretare. Prendono un prodotto classico e lo trasformano in contemporaneo. E per un accessorio come il cappello questo è davvero fantastico”. Ecco allora che il cappello viene abbinato a una sneaker e diventa tendenza. Dopo il successo a Who’s on next anche il mercato italiano ha dimostrato attenzione per Super Duper e in questi giorni di Pitti questa attenzione è stata confermata.
“Alla vigilia di questo Pitti avevamo un po’ di timore: tante aspettative, tanti cambiamenti in così poco tempo. Ma poi quando si sono aperti i cancelli e i clienti hanno iniziato il loro ingresso nello stand ci siamo trovati nel nostro ambiente e tutto è andato molto bene”.
Per quanto riguarda la produzione, si va oltre il Made in Italy dato che i cappelli vengono realizzati tra Campi Bisenzio e Chiesina Uzzanese, a pochi chilometri da Firenze. “Ovviamente non riusciamo più a realizzare personalmente come abbiamo fatto per la prima collezione – continuano i tre giovani creativi – ma non riusciamo ad allontanarci troppo dalla produzione, quindi è ovvio che tutto deve essere qui vicino in modo che lo possiamo controllare passo passo. per fortuna in questa zona c’è una grande tradizione in queste lavorazioni e abbiamo scoperto produttori eccellenti e assolutamente artigianali. Continuiamo a fare direttamente i prototipi e il su misura”.