Ultima assemblea prima del rinnovo delle cariche per la Sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, che dopo due anni molto duri fa il punto della situazione. Il 31 marzo e l’1 aprile si andrà alle urne per scegliere il nuovo consiglio.
“Gli anni di questo consiglio – dice il presidente Maurizio Sarti – hanno coinciso quasi esattamente con la pandemia e, in questo ultimo scorcio, con lo scoppio di una guerra in Europa i cui effetti si faranno sentire anche direttamente sulla pelle del nostro distretto, per il quale i costi energetici sono già un problema drammatico”.
Sarti ha fatto un excursus su tutte le attività svolte: sei assemblee plenarie più le assemblee a livello dei cinque gruppi merceologici interni e le riunioni dei gruppi di lavoro su temi strategici, lavoro sulla gestione della situazione sanitaria e la scommessa sul futuro; azione di rappresentanza in tema di ammortizzatori sociali, misure fiscali, agevolazioni.
E poi ancora le due edizioni di ‘E’ di moda il mio futuro’, la partecipazione al progetto dell’hub del riciclo tessile; la riorganizzazione; lo sviluppo di un progetto per rendere più facili e fluide nella filiera le comunicazioni fra i sistemi informatici delle imprese; la sostenibilità.
“Mi pare opportuno – aggiunge Sarti – spendere qualche parola in più sul tema dell’hub tessile. La sezione ha parlato di questo tema, coinvolgendo tutti i soci, già subito dopo la definizione del PNRR, giungendo alla conclusione che nel progetto dell’hub tessile di Prato era fondamentale esserci. Capisco e condivido il desiderio, manifestato da alcuni colleghi, di dare un contributo per orientare il lavoro che condurrà alla realizzazione dell’hub e per creare sinergie con le attività aziendali legate al riciclo che sono già oggi una realtà importante. Del resto questo è già previsto nel protocollo, che Confindustria Toscana Nord ha sottoscritto e contribuito a definire, stipulato dai soggetti pratesi che saranno impegnati sul progetto presentato da Alia. Anche per questo motivo è fondamentale essere parte del progetto. Le imprese, con il loro contributo di competenze, devono essere coinvolte presto e nella maniera che sia più utile ed efficace. La raccolta obbligatoria dei prodotti tessili costituisce una potenziale opportunità, generando quantità molto consistenti di materiale che sempre di più sarà richiesto, anche per legge, di riciclare. L’obiettivo europeo è il 100% del riciclo: per tutte le fibre, quindi, naturali e non. Per farlo ci sarà da lavorare sia sul piano tecnico della cernita e delle possibilità di riciclo che su quello dell’ecodesign, ma la strada è questa e può condurre a dei business nuovi. Progettare l’hub è l’inizio di un processo di cui oggi è impossibile vedere tutti gli aspetti ma nel quale Prato e le sue aziende, con la tradizione che hanno, possono e devono inserirsi, anzi di cui devono essere la punta avanzata. Altrimenti ad avanzare, a nostre spese, saranno altri. Le rendite di posizione, se mai sono esistite, oggi non ci sono più: non contiamoci. Non riesco a immaginare un’operazione del genere a Prato senza chi rappresenta le imprese e può portarne la voce ai vari tavoli, strategici e tecnici. E nemmeno riesco a immaginare che l’infrastruttura-chiave per gestire la mole di materiali tessili che deriverà dalla raccolta obbligatoria venga realizzata in un luogo diverso da Prato. Se fosse avvenuto o se avvenisse questo dovremmo come pratesi porre a noi stessi delle domande molto, molto serie”.