Sono 222 le imprese dei settori calzatura e pelletteria che stanno esponendo da ieri a Obuv’ Mir Koži, il salone dedicato a questo settore che chiuderà il 21 marzo e che si sta svolgendo come di consueto all’interno dei padiglioni espositivi dell’Expocentr, il centro fieristico più importante di Mosca.
La rassegna mette in mostra le collezioni autunno/inverno 2013-2014, con prodotti progettati e realizzati ad hoc per soddisfare le esigenze del mercato russo, soddisfacendo così le richieste di buyer e professionisti del settore provenienti anche dall’intera area C.S.I. Organizzata da Anci e Fairsystem, società del gruppo BolognaFiere, durante la scorsa edizione la rassegna ha accolto 8.000 operatori provenienti non solo dall’intera Russia, ma anche dalle vicine Bielorussia, Ucraina e Paesi dell’Asia Centrale. La prossima edizione si preannuncia, come le precedenti, all’insegna dell’ampia partecipazione, sia da parte delle aziende italiane sia degli operatori. Obuv’ Mir Koži è riconosciuta, infatti, come occasione di business imperdibile, anche in considerazione dei positivi dati economici relativi alla regione.
Russia e Paesi dell’area CSI, infatti, riescono a dare ancora performance incoraggianti. Nel periodo gennaio – settembre 2012, le esportazioni italiane di calzature in Russia hanno raggiunto gli oltre 6,1 milioni di paia (+9,7% rispetto allo stesso periodo del 2011), generando un valore pari a 487 milioni di euro (+14,9% rispetto ai primi nove mesi del 2011). Stesso andamento positivo anche per il prezzo medio dei prodotti esportati, pari a 79,8 euro al paio (+4,7% rispetto allo stesso periodo del 2011).
Se consideriamo i paesi dell’Est Europa e dell’area CSI, salgono a oltre 11,5 milioni le paia esportate e a oltre 666 milioni di euro i valori fatturati nei primi 9 mesi del 2012. Gli incrementi percentuali, 6,9% e 12,2% rispettivamente, sono sostanzialmente in linea con quelli del solo mercato russo. La differenza più significativa è, invece, in termini di prezzo medio, in quanto raggiunge i “soli” 58,2 euro al paio, a causa dei prezzi di vendita nei paesi della ex-Jugoslavia nettamente più bassi rispetto ai mercati dell’area CSI.
19-3-2013