Dopo aver promosso tra i propri associati una ricerca tesa a valutare l’approccio aziendale alla sostenibilità sulla base delle iniziative della roadmap 4sustainability, il Consorzio Promozione Filati ha elaborato una serie di progetti funzionali a incentivare un modus operandi sempre più sostenibile.
Come gestiscono gli associati la sostenibilità? Quali buone pratiche adottano per ridurre l’impatto ambientale, la tracciabilità dei prodotti e la transizione ad una economia circolare? Quale attenzione è riservata alla tutela dei diritti fondamentali, della salute e della sicurezza delle risorse umane?
Per avere una panoramica dello status dei propri consorziati, CPF ha affidato a Process Factory la realizzazione del’Assessment 4sustainability 2021, lo strumento che consente ad ogni azienda di definire la propria roadmap di implementazione.
Sei i parametri emblematici usati: “Materials, Trace, Recycle, People, Chem e Planet“, con risultati incoraggianti: la maggior parte degli associati ha strutturato procedure per monitorare la qualità della materia prima e il prodotto finito anche in relazione alla compliance chimica; ha ottenuto certificazioni di prodotto con l’obiettivo di sostituire le materie prime con alternative sostenibili a minor impatto ambientale e sociale; ha attuato procedure interne per la gestione delle informazioni di tracciabilità della propria produzione ed aver assicurato ai propri lavoratori la tutela dei diritti fondamentali e buone pratiche di salute e sicurezza sul lavoro.
Ha risposto un numero rappresentativo delle diverse tipologie di aziende associate a CPF: il 57% sono imprese con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49 e il 35% tra 50 e 249, il 65% ha fatturato compreso tra 10 e 49 milioni di euro, il 57% conta sulla presenza di un responsabile sostenibilità e il 74% ha ricevuto un audit sulla sostenibilità.
Per i “Materials” per più del 50% del campione il monitoraggio della qualità della materia prima acquistata e/o del prodotto finito avviene su richiesta del cliente, o attraverso un piano di controlli autonomo e preventivo. Per il 78%, inoltre, lo sviluppo di strategie di sostituzione delle materie prime con alternative a minor impatto socio-ambientale è frutto dell’ottenimento di certificazioni come GOTS, GRS, FSC, molto richieste dal mercato.
Per “Trace” il 48% delle aziende è in grado di assicurare la tracciabilità di tutti i lotti dei materiali ricevuti dai fornitori diretti e delle lavorazioni esterne utilizzate. Sono invece allo studio attività di monitoraggio della filiera in termini di performance di sostenibilità.
Riguardo al passaggio ad un modello di economia circolare, Recycle, ad oggi, il 70% delle imprese gestisce e smaltisce i rifiuti in modo virtuoso, senza però intraprendere azioni volte alla limitazione dell’impatto derivante. Da sviluppare sono invece le procedure per la corretta gestione e riduzione della plastica.
“Questo Assessment – spiega Federico Gualtieri, presidente del Consorzio Promozione Filati – CPF – nasce da una doppia volontà: avere una visione chiara di come le nostre aziende operino in materia di sostenibilità e fornire un supporto concreto per migliorare il loro operato in ottica sostenibile. L’analisi dei dati ci ha portato a progettare un triplice intervento che consentirà di puntare ad una crescita etica e consapevole. Il nostro obiettivo rimane quello di portare alla luce opportunità di sviluppo, offrendo soluzioni perché ciò possa avvenire correttamente”.
Soluzioni che, in ambito di sostenibilità, promuovono l’adozione di una Carta dei Valori comune alle imprese consorziate, la definizione delle linee guida per l’identificazione in ogni azienda di un vero e proprio Sustainability Manager e la sua formazione attraverso corsi mirati. I training, erogati da Process Factory quale partner del progetto, prevederanno anche il coinvolgimento delle divisioni marketing e commerciale, così da permettere lo sviluppo di una strategia di vendita che faccia della componente sustainability un punto di forza.
Queste azioni concorreranno anche a favorire il potenziamento delle best practice funzionali a migliorare parametri come “People” (capacità di fare delle risorse umane la chiave per lo sviluppo sostenibile, tutelandone i diritti fondamentali, la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e, parallelamente, sviluppando programmi volti alla valorizzazione, motivazione e benessere organizzativo), “Chem” (eliminazione progressiva dai processi produttivi delle sostanze chimiche tossiche e nocive per uomini e ambiente) e “Planet” (articolazione di una strategia di riduzione dell’impatto ambientale derivante dalle attività produttive con riferimento a variabili come emissioni in atmosfera, consumi di acqua ed energia e contaminazioni delle acque di scarico).