Dalida Mazzi

Rifinizioni, l'incremento dei costi fa scattare l'allarme

Arriva da Dalila Mazzi (nella foto), presidente di Rifinizione Nuove Fibre di Prato, un nuovoDalida Mazzi campanello d’allarme per l’aumento dei costi: “I costi che gravano sulle imprese di nobilitazione – ha scritto in una nota – stanno crescendo in misura preoccupante. Non sono la prima a dirlo: altri colleghi hanno denunciato questo problema, la cui gravità risulta evidente dai numeri: coloranti che in qualche caso sono più che raddoppiati, gas ed energia elettrica con prezzi nell’ordine di grandezza di +40/50%. Valori molto rilevanti data l’alta incidenza che queste voci di costo hanno nei nostri bilanci, caratterizzati da una struttura molto diversa da quella di altre tipologie aziendali. Finissaggio tessile significa infatti impianti, macchinari, processi produttivi che richiedono molto personale e forte impiego di energia”.

noi rifinitori pratesi siamo sì delle anomalie, ma delle anomalie positive

Un tema che riguarda in modo particolare il distretto pratese, come spiega ancora Mazzi: “Siamo delle anomalie, noi nobilitatori pratesi. Talmente anomalie che, ad esempio, nel 2014 l’Unione Europea, orientata a sostenere le imprese esportatrici, non capì che se i lanifici pratesi esportano è anche perché alle spalle hanno imprese come le nostre; e che la specializzazione aziendale di fase del sistema pratese non doveva certo escludere il riconoscimento per noi dei benefici fiscali previsti per le imprese energivore. Così non è stato. Per l’energia è stata poi trovata una soluzione parziale, che salvaguarda almeno le aziende che godevano già in precedenza di benefici nazionali per le energivore; per il gas però, in assenza di precedenti nazionali, per ora anche questo percorso è precluso. L’auspicio è che chi a livello politico e istituzionale ha la possibilità di intervenire si prenda a cuore questa evidente penalizzazione e che si trovi una rapida soluzione. Ora infatti, con il gas alle stelle, l’assenza di queste agevolazioni si fa sentire con particolare intensità. Preoccupano inoltre le nuove norme nazionali sui rapporti di lavoro, che avranno effetti rilevanti su imprese come le nostre con elevata intensità di manodopera. Questi incrementi di costi non dipendono da noi rifinitori, che anzi abbiamo lavorato e lavoriamo intensamente per ottimizzare i processi e rendere sempre più efficienti le nostre aziende; noi che per esempio abbiamo contribuito a costituire, nell’ambito associativo Confindustria Toscana Nord, consorzi e gruppi di acquisto di gas ed energia elettrica che possono un po’ allentare, ma di certo non neutralizzare, le tensioni sui prezzi; noi che, nel caso dei consorziati in Progetto Acqua, ci siamo perfino sobbarcati i costi di realizzazione della fognatura industriale. Nemmeno i nostri committenti sono responsabili di questo stato di cose e non dubitiamo che anche loro abbiano le loro difficoltà nelle relazioni con i mercati. Però è a loro, necessariamente, che noi dobbiamo rivolgere l’appello a vederci riconosciuti gli aggravi che erodono tanto, troppo, i nostri margini. Se non guadagniamo non potremo realizzare gli investimenti necessari a mantenere l’alto livello del nostro lavoro ed a continuare sempre a qualificarci in direzione di ciò che chiedono i mercati: efficienza, rapidità del servizio, ecosostenibilità, effetti sempre nuovi e in linea con le tendenze moda. Un esempio? Il tessuto di Marini Industrie vincitore a Première Vision è passato anche dalle lavorazioni di Nuove Fibre: la grande creatività e la progettualità del lanificio unite alla tecnologia e alle competenze della filiera hanno prodotto un piccolo capolavoro del made in Italy, anzi del made in Prato”.

Poi la chiosa, proprio a difesa del distretto: “Perché noi rifinitori pratesi siamo sì delle anomalie, ma delle anomalie positive, visto che il nostro lavoro rappresenta un’eccellenza e dà ai prodotti della filiera un contributo essenziale”.

 

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