Riccardo Matteini Bresci Il futuro nel dossier di SMI

Il dossier per il rilancio del tessile-abbigliamento presentato da Sistema Moda Italia ha ormai iniziato il proprio iter e sicuramente è già arrivato sui tavoli dei vari ministeri a Roma. Nel frattempo nei distretti è iniziato un confronto ed un dibattito sui temi e le soluzioni proposte da SMI: da Prato arriva la voce di Riccardo Matteini Bresci, uno dei titolari di Gruppo Colle e da sempre attento alle dinamiche del settore.

Qual è l’impressione sui contenuti del dossier, anche alla luce della situazione pandemica attuale?
E’ sicuramente la prima volta che viene presentato in modo importante un piano industriale vero per il mantenimento ed il rilancio della manifattura del tessile-moda , che con il turismo e la gastronomia è uno dei tre settori in cui l’Italia eccelle. Una delle poche cose positive che ci ha portato la pandemia, se mai ce ne possono essere, è la spinta a riflettere su quanto è importante il sistema tessile-moda-abbigliamento per l’Italia e a agire di conseguenza.

Quali azioni vanno intraprese?
La prima è preservare posti di lavoro ed aziende, la seconda è rilanciare un tipo di impresa che ha sempre dimostrato di essere leader nel mondo. I punti toccati da SMI nel dossier sono proprio quelli importanti per questo rilancio perché si parla di formazione e marketing.

Perché sono importanti?
Il nostro, più di altri, è un mestiere fatto dalle persone perché ha una componente artigianale. Quindi le persone devono essere formate, pur rimanendo importante l’esperienza. Le aziende hanno grande necessità di formazione e in questa direzione vanno fatti grandi investimenti. Il marketing è necessario perché spesso l’Italia della moda è vista solo come un grande artista ma non come un’industria, mentre c’è un sistema di filiera che forse è frammentato ma che ha comunque un forte valore industriale da mantenere integro, considerando fortemente anche gli anelli più deboli. Bisogna far capire al mondo, soprattutto per difendere e incrementare l’export, vera forza di questa filiera.

Quindi professionalità nuove in un sistema imprenditoriale nuovo?
Le aziende devono poter scegliere se fare a meno di alcune professioni per investire in altre, come quelle dei mondi delle certificazioni, della tecnologia e delle relazioni pubbliche. Da lì devono arrivare assunzioni importanti, magari prepensionando soggetti inadeguati al mondo del lavoro attuale pur essendosi dimostrati eccellenti negli anni precedenti.

Capitolo tecnologia. A che punto siamo?
L’innovazione tecnologica è necessaria e non ci sono scuse, perché la tecnologia ora è a disposizione di tutti. Premiare le aziende che vanno verso ricerca, sviluppo e tecnologia è doveroso e nel dossier di SMI c’è scritto tutto quello che è necessario.

Quali altre sono le priorità per il settore, visto con gli occhi di chi dirige una delle aziende più virtuose del distretto pratese?
Il recycling, perché lo chiedono il mondo ed i compratori più giovani e perché a Prato abbiamo una tradizione centenaria di buone pratiche che devono essere incrementate tanto qui come nel resto d’Italia. Perciò saranno necessari sia i centri di ricerca che un’opera politica che chiarisca la questione dei rifiuti tessili sia dal punto di vista normativo che delle infrastrutture per lo smaltimento.

Una chiosa sul dossier…
Il documento è positivo. Ma è indicata una linea temporale per il recupero post pandemia; io li considero numeri prudenziali perché se tutte le misure previste dal dossier saranno messe in atto noi siamo in grado di tornare ai livelli pre pandemia anche prima del 2023 o del 2024.

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