Il rebus delle date di Milano Unica

Milano Unica ha accolto gli imprenditori tessili nella sua nuova ‘casa’ di Rho: spazi ampi, sole, eleganza ma anche qualche piccolo problema logistico e tecnico agli stand subito superato e immancabile quando si inizia un nuovo percorso. L’impatto con il centro espositivo a nord di Milano, a due passi da quel che resta (molto, sembra) di Expo è sicuramente positivo ma è impossibile, dopo poche ore di apertura, valutare l’affluenza, sia per l’ampiezza dei padiglioni, che per la nuova disposizione degli stand al loro interno che, nei grandi corridoi esterni, per la concomitante presenza di Mipel e theMICAM.

Quindi tutti gli spunti per le notizie arrivano, e non poteva essere diversamente, dalla cerimonia inaugurale, alla quale non ha potuto partecipare il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, rappresentato comunque dal varesino Giovanni Brugnoli: il presidente di Milano Unica Ercole Botto Poala, senza fare tanti giri di parole, ha buttato sul tavolo il tema caldo nel dibattito tra imprenditori, ovvero la scelta delle date per le edizioni future della fiera. Sembra destinato a scomparire il solco tra precollezioni e collezioni: “Milano Unica, per me, deve essere una e una sola. Che sia a luglio o a settembre l’importante è che la scelta di appoggiata da tutti, sia dal 50% che sarà contento che dall’altra metà degli imprenditori”. Entro la fine del mese tutte le parti in causa, compreso il tavolo diretto dal vice ministro Scalfarotto, presente oggi a Milano prima di partire per la Cina, dovranno estrarre dal cilindro la soluzione definitiva.

Prato si è già schierata, per bocca del presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi: luglio. “Nel 2017 non possono continuare a coesistere due fiere, una a luglio e una a settembre”.

“Non voglio più sentir parlare di campanilismo tra distretti – sottolinea Botto Poala – né di sovrapposizioni con Première Vision, che non ci saranno (la fiera francese si terrà dal 19 al 21 settembre 2017). Noi abbiamo la nostra fiera, che è l’unica che promuove il made in italy e dobbiamo sostenerla tutti insieme. Anche la novità di Rho è arrivata dopo un lungo percorso e la parte più difficile è stata proprio quella di convincere gli imprenditori”.

Le nostre tante unicità, le nostre tante anime devono essere la nostra forza, non un freno perché la sfida ora è su un mercato globale, il mondo non capisce i singoli distretti Biella, Como, Prato, Puglia… ma riconosce il made in Italy

Il presidente della fiera milanese si è rivolto proprio ai colleghi: “Dobbiamo avere il coraggio e l’incoscienza di rischiare – ha detto con veemenza – ed anche di dimenticare l’esperienza. Le nostre tante unicità, le nostre tante anime devono essere la nostra forza, non un freno perché la sfida ora è su un mercato globale, il mondo non capisce i singoli distretti Biella, Como, Prato, Puglia… ma riconosce il made in Italy. Rischiamo qualcosa, magari sbagliamo ma uno sbaglio fatto tutti insieme si rimedia meglio”.

Con tutte le carte sparigliate sul tavolo il presidente di Sistema Moda Italia, Claudio Marenzi, non ha nemmeno dovuto fare il ‘croupier’ come nello scorso febbraio, quando il suo intervento alla cerimonia inaugurale aveva fatto sobbalzare qualcuno sulla sedia; ha confermato tutto quello che era appena stato detto da Botto Poala parlando di “grandi decisioni da prendere” e tracciando la linea con un non certo sibillino “da imprenditore e da vostro cliente vi dico che la mia azienda a fine luglio ha già finito gli acquisti”. Poi, approfittando della presenza del vice ministro Scalfarotto, ha chiesto al Governo gravi fiscali col super ammortamento per gli investimenti, seguito a ruota da Giovanni Brugnoli: “La stabilità di governo – ha detto il varesino, vice presidente di Confindustria – è un bene per l’industria. Negli ultimi anni è mancata una visione politica a medio raggio e quindi vi chiedo di pensare al 2018 e oltre e a sostenere e implementare la formazione, in modo che non ci sia tutta questa differenza tra quello che cerca un’azienda e quello che invece propone il sistema scolastico”.

Chiusura proprio con Ivan Scalfarotto: “Spesso la moda è italiana senza che chi la compra o la indossa lo sappia. Come governo abbiamo raddoppiato in due anni i contributi a Milano Unica stanziati nei nove precedenti. I calendari? Dobbiamo fare in modo che siano gli altri ad adeguarsi ai nostri, perché il nostro intento è raggruppare tutti i principali eventi fieristici del settore”.

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