Rap tra rimpianti e soddisfazione

La 25′ edizione di Rappresentando è andata in archivio con la soddisfazione dei rappresentanti pratesi che l’hanno organizzata ma ancora una volta la rassegna ha dato l’impressione di essere un’occasione colta da alcuni e mancata da altri.

Il clima è ormai lo stesso da molte edizioni: molta professionalità, spazio quasi esclusivamente per gli affari, rappresentanti a testa bassa su campionari e prodotti, clienti e visitatori in lento ma costante flusso. Però manca la scintilla che può trasformare un evento di utilità in una kermesse di pieno successo, manca quella sorta di caos organizzato che caratterizza altri saloni ed anche quel ritmo sostenuto che dà brio alle giornate.

Colpa di chi a Rappresentando non va, magari confidando nella vicinanza e nella predisposizione dei rappresentanti ad andare in azienda o più semplicemente pensa di non avere bisogno dei servizi offerti. Tutto questo in un momento in cui in azienda si evadono sì i primi ordini ma anche con tempistiche meno pressanti di una volta: difficile che un lanificio non possa mandare un tecnico (se non direttamente il titolare) a spendere un paio di ore alla Camera di Commercio, sede di Rappresentando.

In ogni caso il bicchiere mezzo pieno dice che la media di visite è rimasta in linea con quella delle edizioni più recenti e quindi, visti i tempi, vince la linea dell’ottimismo.

“La caduta verticale delle aziende – dice il vice presidente di Confartigianato Moreno Vignolini – sembra finita e c’è addirittura qualche segnale di leggera risalita. Nelle vetrine di Milano ho visto tanta fantasia pratese. Il lavoro è più a macchia di leopardo, le grandi aziende fanno meno ordini dal punto di vista numerico ma più grandi da quello della quantità e richiedono sempre maggiore velocità e dobbiamo adattarci. E c’è anche chi pensa a fare investimenti. Per quanto riguarda Rappresentando rimane una fiera interessante, una chicca alla quale però manca un qualcosa difficile da spiegare. E’ uno strumento utile per i lanifici ma non tutti lo colgono, forse perché troppo vicino ad altre fiere o forse perché pensano solo agli ordini ma gli organizzatori andrebbero premiati di più per quello che fanno”.

“Chi non viene perde l’occasione” conferma Enrico Gori, uno dei rappresentanti storici di Prato e tra gli ideatori di Rappresentando: “Le conferme ci sono – continua – e chi viene di solito continua a venire, i clienti rispondono con continuità ma c’è sempre una fronda della produzione che non si affaccia. Ho notato più fiducia negli investimenti e anche più attenzione ai campionari, anche se l’estivo per Prato è sempre un’incognita”.

Molti (se non tutti) i rappresentanti pratesi erano a Filo, poche settimane fa: perché non pensare ad un abbinamento delle due fiere, magari con un allargamento anche ai rappresentanti di altri distretti?

“Ci abbiamo pensato – ammette Gori – e discusso già 5-6 anni fa ma tutto è rimasto a livello molto embrionale. Deve rimanere centrale l’opera dell’agenzia e non quella dell’azienda, ci sono mandati restrittivi e di zona da tutelare e rispettare, quindi non è facile abbinare le due fiere ma è un tema che non abbandoneremo”.

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