Raffaella Carabelli, la padrona di casa

Carabelli280A poco più di due anni dalla sua nomina a presidente di Acimit, l’Associazione Costruttori Italiani di Macchinario per l’Industria Tessile, Raffaella Carabelli si trova a fare gli onori di casa per la manifestazione mondiale più importante del settore nel quale lei ha anche un ruolo imprenditoriale con Fadis.
Una laurea in economia aziendale alla Bocconi e direttrice commerciale della ditta di famiglia adesso ha davanti a sé il compimento di una prima parte di ‘tragitto’ dirigenziale come vertice di un settore in cui l’Italia eccelle.
Barra a dritta quindi verso la difesa di quote di mercato appetite da tanti ma anche attenzione alla sostenibilità, alla qualità e ai numeri, come testimoniano le sue parole alla vigilia di ITMA.

ITMA rappresenta il meglio della produzione mondiale. Quali sono le ‘armi’ italiane per superare la concorrenza, soprattutto quella del nord Europa?
Le macchine italiane da sempre si contraddistinguono per qualità e affidabilità. Rispetto ai nostri concorrenti tradizionali, tedeschi e svizzeri, possiamo offrire una maggiore flessibilità nell’approccio alle richieste del cliente proponendo un’offerta su misura. Oggi, poi, le aziende associate che aderiscono al progetto “Sustainable Technologies” propongono un’offerta sostenibile: macchine rispettose dell’ambiente, ma soprattutto attente al risparmio di energia, acqua e materie prime. Su questo tema si stanno spendendo anche i costruttori di altri Paesi, ma ritengo senza tema di smentita che le aziende “Italian supplier of Sustainable Technologies” siano tra le prime a poter certificare attraverso un ente certificatore terzo, quale RINA, il loro impegno: offrire macchine con minori consumi e maggiore efficienza.

ITMA chiude di fatto una lunga serie di appuntamenti fieristici di tutto il tessile-abbigliamento e anche un 2015 ancora da interpretare dal punto di vista economico. Che anno è stato per il meccanotessile?
Aspettiamo la conclusione di ITMA per dirlo. Sono sicura che la manifestazione darà un’ulteriore spinta all’attività delle nostre aziende. Nel frattempo se ragioniamo sui dati fin qui in nostro possesso posso dire che il 2015 potrà chiudere in positivo. C’è una ripresa sul mercato interno, anche grazie agli incentivi forniti dal Governo per incentivare l’acquisto di macchinari (mi riferisco soprattutto alla nuova Sabatini). All’estero, in attesa di una ripresa della domanda cinese, mi sembra importante sottolineare il riscontro positivo osservato dalle aziende in molti mercati della UE e da quelli del subcontinente indiano, Bangladesh in primis.

La crisi cinese con la svalutazione della moneta e le ripercussioni sull’economia mondiale quanto potrà pesare sul settore e sulle esportazioni in tutto l’Oriente?
A prescindere dalla recente crisi un rallentamento economico in Cina è fisiologico. Nel nostro settore il minore dinamismo della domanda cinese si è palesato già da qualche anno. Questo vale non solo per le macchine italiane. La delocalizzazione nel tessile cinese è già in atto e ciò porterà vantaggi anche per le nostre aziende in mercati finora secondari. Resta, invece, la preoccupazione per la concorrenza del meccanotessile cinese, che sta crescendo anche in termini di qualità grazie soprattutto all’acquisizione di tecnologia occidentale da parte di alcuni costruttori locali.

Ci sono mercati nuovi o in via di sviluppo interessanti da seguire per uscire dai tracciati consueti Europa-Asia-Africa?
Le aree citate rappresentano una quota dell’86% del commercio mondiale del settore. Quasi impossibile trovare mercati che siano al di fuori di tali zone. Ma è vero che la globalizzazione corre più veloce delle classificazioni geografiche. La ricerca da parte dei grandi gruppi del settore di hub produttivi, dove il costo del lavoro sia minimo, genera nuove opportunità di business anche per noi costruttori. Per questo motivo oggi tutti noi guardiamo all’Africa Subsahariana come ad un mercato potenzialmente interessante. Sono convinta, però, che a breve ci saranno altri mercati ad attirare la nostra attenzione.

ITMA mostra come e dove si può investire dal punto di vista della tecnologia. Dal suo punto di vista vede la propensione delle aziende tessili italiane a forti investimenti o le risorse sono limitate a semplici aggiornamenti tecnici? E le aziende straniere?
Le aziende, italiane o estere, devono sicuramente investire per rispondere alle esigenze dei propri clienti. Il contesto competitivo richiede l’utilizzo di tecnologie sempre più efficienti e cost-saving. Spesso non è sufficiente apportare modifiche alle macchine installate e quindi la necessità di procedere ad investimenti significativi diventa fondamentale. E’ però altrettanto evidente che la congiuntura economica negli ultimi tempi ha penalizzato una razionale politica di investimenti.

Il ruolo di ACIMIT ad Itma. Numeri, strategie, iniziative…
ITMA torna a Milano dopo vent’anni. Le aziende hanno risposto oltre le aspettative. Prima di tutto nei numeri: 456 espositori italiani (+42% rispetto all’edizione 2011 svoltasi a Barcellona), 31.450 metri quadrati di superficie occupata (+56% rispetto al 2011). ACIMIT non ha voluto essere da meno e, grazie al contributo del MISE e allo sforzo operativo di dall’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, abbiamo cercato di preparare l’evento al meglio. Tra le diverse iniziative del 2015 si devono menzionare le incoming mission di delegazioni straniere che hanno portato in Italia quasi 200 operatori tessili provenienti da una decina di Paesi (tra cui Bangladesh, Iran, Egitto e Pakistan) e gli Awards ITMA 2015, grazie ai quali una decina di studenti di università estere (di Etiopia, India, Russia e Vietnam) potranno visitare i padiglioni di ITMA e scoprire le novità proposte dal meccanotessile italiano. A tutto ciò si aggiunge un’intensa campagna di comunicazione stampa (comprensiva di video: uno sul colore e l’altro sull’innovazione), due conferenze stampa, una svoltasi a giugno e l’altra in programma il 15 novembre con sfilata di moda e il nuovo video istituzionale ACIMIT.

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