Seconda giornata di salone a Paris Nord e secondo giorno positivo per Première Vision. L’ottima affluenza di ieri ha trovato conferma anche oggi, con i corridoi molto animati ed un’atmosfera opposta a quella respirata appena sette mesi fa, in un luglio assai meno confortante in termini di numeri. Inutile negare l’evidenza, ovvero che senza molte aziende italiane il salone ha perso quella connotazione “elitaria” di un tempo, ma la formula ideata dagli organizzatori piace e c’è chi ha deciso di non “abbandonare la trincea”.
“Ci siamo e non siamo pentiti di esserci – dice Ivano Saggiante, responsabile commerciale di Fasac – perché il primo giorno è stato buono, così come il secondo. Noi siamo ormai gli ultimi grandi stampatori italiani rimasti a Parigi, ma la scelta fatta ci convince. La fiera non ha più la stessa forza attrattiva e si rivolge ad un mercato più locale, ma abbiamo avuto visite anche da inglesi, spagnoli e americani. Tutti clienti venuti per vedere la collezione, con la stagionalità che per noi conta molto. Vediamo cosa succederà col ritorno a settembre, secondo me la scelta della data è una strategia di PV per rafforzare e esaltare Blossom a luglio, un evento più snello, modaiolo, di nicchia”.
Settembre come test tutto da verificare anche per Franco Lay di Giolica, presente a PV con la giapponese Stylem, alla quale tre anni fa ha ceduto il 49% delle quote. “Beneficiamo del doppio brand – spiega Lay – con clienti che vengono qui per un marchio e poi guardano anche l’altra collezione. Inizio settembre per me sarebbe la data perfetta, ma vedo sempre più che i clienti vogliono vedere la collezione già a luglio. Per vedere gli effetti del ritorno a settembre di PV saranno necessarie un paio di stagioni “. Intanto questa edizione è positiva: “Milano Unica è stata quasi eccezionale, abbiamo visto tanti clienti e respirato positività. Lì c’è più la promozione del prodotto made in Italy, qui a Parigi del tessuto in sé in mezzo ai concorrenti internazionali, c’è un’offerta più ampia, ma meno di qualità. Siamo in fiera con la collezione premium, la linea Magnifica, mentre a Milano abbiamo portato Giolica e Glam, che sono più basiche”. La positività caratterizza anche Parigi: “Aspettiamo di uscire da una crisi che non è solo geopolitica o economica – conclude Lay – ma anche dovuta al cambiamento di priorità dopo il Covid. L’acquisto di abbigliamento è passato in secondo piano dopo il benessere personale, i viaggi, qualche serata al ristorante o agli aperitivi “.