Mentre Premiere Vision si avvia alla conclusione, con un terzo giorno animato gia’ all’apertura dalla consueta presenza di studentesse e studenti delle scuole di moda, le parole concilianti del presidente di Milano Unica Ercole Botto Poala sulle strategie da adottare trovano riscontro anche nelle considerazioni di chi e’ a Parigi come espositore.
Claudio Taiana ad esempio, uno dei riferimenti principali del distretto di Como, scinde i ruoli di PV e di Milano Unica: “Per le precollezioni – dice – siamo molto legati a Milano per la clientela e il livello della fiera, per le date classiche di febbraio e settembre Premiere Vision ha invece un riscontro piu’ ampio. Bisogna guardare le fiere come sinergiche e complementari, soprattutto se riferito alla moda donna, mentre Milano Unica va piu’ sull’uomo a livello internazionale e sulla donna a livello nazionale. D’altronde il mercato delle fiere e’ in continua evoluzione, abbiamo lavorato affinche’ non sorgessero problemi ma evidentemente c’e’ stata un’incomprensione che sara’ oggetto di discussione costruttiva in futuro; l’interesse dei clienti e’ che ci sia una semplificazione del lavoro e quindi confido nella consapevolezza di ognuno per arrivare ad una decisione congiunta, senza che le spese per le trasferte e per l’organizzazione siano una discriminante, altrimenti rischiamo una disaffezione verso le fiere”.
Piu’ critico verso l’abbondanza di eventi fieristici e’ Luca Belenghi, ad del Gruppo Tessile Monti: “Ce ne sono troppe per quella che e’ l’eccellenza della filiera – spiega – tanto e’ vero che a luglio scorso non siamo andati a Prima, abbiamo preferito trattare direttamente one to one con i principali brand. Milano Unica New York invece ha dato un grande contributo nell’anticipare i tempi delle collezioni rispetto al classico settembre milanese. E’ un momento in cui bisogna mettere la testa sulla gestione dei tempi, valutare rischi e opportunita’, vantaggi e svantaggi. A noi piace il ruolo di ministro degli esteri del made in Italy e se decideremo di fare un’anteprima sara’ quella di Milano ma la concomitanza andava evitata”.
Impressioni biellesi affidate al Lanificio Angelico: “Dovremmo fare la scelta commerciale di fare entrambe le anteprime – dicono allo stand – perche’ a Milano saremmo sicuri di avere tutti i clienti italiani e a Parigi gli altri. D’altronde facciamo anche Munich Fabric Start e Milano Unica New York, quindi non guardiamo certo alle spese per una trasferta in piu’. Semmai dovremmo interrogarci sul fatto che tra poco conteranno piu’ le date di luglio e dicembre rispetto a quelle di settembre e febbraio. Per noi che abbiamo il 90% del fatturato legato all’export fare fiere e anticipare e’ necessario, adeguando i tempi della produzione e dei campionari, che comunque sono gia’ pronti a luglio e gennaio. Di sicuro la concomitanza non aiuta e per la prossima volta i vertici dovranno mettersi d’accordo”.
“Parigi richiama gli internazionali – dice Francesco Bellucci del Lanificio Bellucci – mentre in Italia copriamo il mercato con tanti agenti, quindi la scelta non si pone neanche. Per noi in Italia vanno bene le fiere locali come quelle in Emilia e Veneto, non ci interessa lavorare a tappeto con chiunque, selezioniamo i clienti; meglio duecento buoni che molti altri ma non di livello. E non e’ un problema neppure la tempistica, perche’ noi siamo pronti con i campionari a fine giugno e a fine dicembre”