Ivo Vignali

Progetto Acqua lancia l'allarme sui costi

“Gli aumenti delle tariffe di depurazione a carico delle imprese pratesi sono insostenibili e potenzialmente letali per i già fragili equilibri finanziari aziendali”: questa la convinzione delle imprese del Consorzio Progetto Acqua, che manifestano contrarietà e biasimo nei confronti del Comune di Prato.

La contestazione all’amministrazione comunale è dovuta al fatto che la delibera sull’incremento delle tariffe di depurazione industriale è stata assunta nel Consiglio di amministrazione di Gida con il voto unanime dei quattro rappresentanti del Comune di Prato e l’opposizione della minoranza di parte industriale. Progetto Acqua ha la solidarietà e il sostegno di Confindustria Toscana Nord, CNA Toscana Centro, Confartigianato Imprese Prato e Astri.

La ricapitalizzazione di Gida non è l’unico motivo di confronto tra industriali e Comune: il problema tariffe è anzi quello che ha più diretto impatto sulle imprese. Dopo l’una tantum di 700.000 euro del 2019, nel 2020 le imprese potrebbero trovarsi a pagare, sulla base delle deliberazioni assunte, il 33% in più. Un incremento che, secondo una contestata ulteriore delibera voluta anch’essa in Gida dai rappresentanti del Comune di Prato, potrebbe essere addirittura maggiore, sulla base di ricalcoli che comporterebbero perfino ulteriori consistenti esborsi retroattivi per il 2019.

Le imprese del Consorzio Progetto Acqua non accettano le argomentazioni che giustificano gli incrementi con l’ammontare relativamente basso delle tariffe di depurazione. “Quello che conta – dicono gli industrali – è la bolletta complessiva dei reflui scaricati: tariffe di depurazione contenute sommate a tariffe di fognatura molto elevate portavano le aziende pratesi ad avere oneri complessivi solo leggermente superiori a quelli dei distretti di Biella e Como. Gli incrementi previsti mineranno la competitività delle imprese pratesi, che pagheranno una bolletta superiore del 25% rispetto a quella dei colleghi piemontesi e lombardi”.

“Al danno che subiamo – dichiara Ivo Vignali (nella foto), presidente facente funzione del Consorzio Progetto Acqua – si aggiunge la beffa, perché gli squilibri finanziari di Gida sono dovuti in gran parte al forte aumento dei costi di smaltimento dei fanghi di depurazione, a loro volta dovuti ai mancati investimenti in impianti più performanti degli attuali. Investimenti che la parte privata ha sempre caldeggiato e che sono stati osteggiati dalla parte pubblica, Comune di Prato e Regione Toscana.  Siamo persone pacate e ragionevoli, noi soci del Consorzio, ma il clima che si è respirato nelle riunioni degli ultimi giorni era di autentica arrabbiatura. Non è con Gida che siamo risentiti: la società è anche una nostra creatura, che l’allora Unione Industriale Pratese, oggi Confindustria Toscana Nord, volle fortemente ormai quasi quarant’anni fa, e che intendiamo difendere e tutelare. Quello che disapproviamo è l’approccio alla sua gestione, dettata dal socio di maggioranza che è il Comune di Prato. Era da tempo che mettevamo in guardia la parte pubblica sulla tenuta dei conti di Gida, che non potevano resistere a esborsi di 30.000 euro al giorno per mandare i fanghi a smaltire in impianti in altre parti d’Italia e d’Europa. Ora che i nodi sono giunti al pettine qual è la soluzione che si è trovato? Aumentare le tariffe di depurazione per l’industria; ci saranno ritocchi anche sul civile, ma appena percettibili. E comunque la remunerazione del lavoro di Gida per la depurazione del civile non è sufficiente e arriva con grande ritardo. E’ bene che i cittadini pratesi lo sappiano: gli 80 centesimi a metro cubo che pagano vanno per più del 60% per gli investimenti di Publiacqua. Quali investimenti non saprei dire. Di certo non per la fognatura di Prato, perché fra inadeguatezze della rete e tariffe alle stelle alla fine come Progetto Acqua abbiamo deciso di farcela da soli, una fognatura dedicata agli scarichi delle attività produttive. No, non possiamo accettare tutto questo senza farci sentire. Le nostre imprese sono parte essenziale della filiera tessile pratese: devono ingoiare di tutto, da una bolletta energetica esosa a ordini sempre più frammentati e imprevedibili di un mercato che non tiene certo conto delle molte rigidità di costi che aziende come le nostre, con impianti e personale, non possono superare. Questo ulteriore danno, questa ultima presa in giro risparmiateceli. Ne va della sopravvivenza nostra e del tessile pratese”.

Rifinizioni e tintorie significano per il distretto pratese 5.200 addetti; si tratta di aziende molto diverse fra di loro per tipologie produttive, dimensioni e profilo complessivo.

Le imprese del Consorzio Progetto Acqua si aspettano che l’assemblea di Gida di venerdì 24 gennaio, che vedrà impegnati oltre a Confindustria Toscana Nord i soci Comune di Prato e Consiag, dimostri maggiore saggezza del Consiglio di amministrazione e, nella sua sovranità, ridimensioni drasticamente gli aggravi sulle tariffe di depurazione industriali. L’ordine del giorno prevede del resto sia la ricapitalizzazione che misure per l’equilibrio finanziario della società.

“Se non sarà così, se quindi dall’assemblea non verrà un segnale di attenzione verso le imprese – conclude Vignali – siamo decisi a contestare con forza, anche con azioni clamorose, queste misure di assoluta iniquità. Vogliamo continuare a essere fiduciosi e a sperare in un recupero di buonsenso. Diversamente, aspettatevi di vederci scendere in piazza a protestare”.

Condividi articolo