Se la sostenibilità arriva in passerella è perchè le imprese a monte sperimentano, inventano e faticano. Da anni. Così fa piacere che accanto a brand come Gucci e Dolce&Gabbana, la Camera Nazionale della Moda premi anche i produttori di tessuti con i suoi Cnmi Sustainable Fashion Awards, il premio con cui l’ente premia i protagonisti della moda sostenibile che si sono distinti per la loro visione del futuro. Tra gli ‘incoronati’ di questa edizione anche una storica realtà pratese, la Manteco, che dell’economia circolare ha fatto la sua cifra distintiva.
Il riconoscimento, consegnato sul palco del Teatro alla Scala durante la serata di chiusura della fashion week milanese che ha contato oltre 1300 ospiti del settore moda internazionale, cade nell’anno speciale dell’80esimo anniversario dalla fondazione di questa azienda familiare, fondata negli anni ’40 da Enzo Mantellassi e arrivata oggi ai fratelli Marco e Matteo che stanno affiancando il padre Franco. Manteco produce tessuti di lana riciclata da indumenti post-consumo e rifiuti pre-consumo, inoltre ha creato lane a marchio proprio che garantiscono alta qualità e durata, con impatti ambientali molto più bassi: si tratta di di ReviWool, realizzato con preziose fibre coprodotte provenienti dal processo di pettinatura della lana vergine, e di MWool, ottenuto dal riciclo meccanico di indumenti post-consumo e scarti pre-consumo. Nella motivazione del premio la riduzione della dipendenza del settore dalle materie prime vergini, la riduzione del consumo di acqua nelle lavorazioni, il riutilizzo di quelli che diventerebbero scarti tessili.
La Camera Nazionale della Moda Italiana, in collaborazione con la Ethical Fashion Initiative (Efi) dell’Agenzia della Nazioni Unite Itc e la Ellen MacArthur Foundation, assegna da anni questi Oscar green della moda: una giuria internazionale, composta da 11 membri, tra i quali il presidente di Cnmi, Carlo Capasa, ha scelto quest’anno dieci soggetti che si sono distinti per il loro impegno, tra questi al gruppo del lusso francese Kering è andato il premio Biodiversity & Water, in linea con i due recenti progetti del gruppo (il Regenerative Fund for Nature, lanciato insieme a Conservation International nel 2021 con la finalità di trasformare 1.000.000 di ettari di colture e pascoli in spazi agricoli rigenerativi nei prossimi cinque anni e il Climate Fund for Nature, lanciato nel 2022 per proteggere e ripristinare la natura, che vanta anche una particolare attenzione all’emancipazione delle donne, con 140 milioni di euro già impegnati a fronte di un obiettivo di 300 milioni di euro. Entrambi i progetti mirano ad abbattere le emissioni di gas serra del 40% entro il 2035); Gucci, (che fa capo sempre al gruppo Kering) si è aggiudicata invece il Premio Ellen McArthur Foundation Award for Circular Economy, che premia l’impegno della maison, al suo debutto con il creativo Sabato De Sarno, nel promuovere una visione del lusso responsabile, producendo capi secondo i criteri dell’economia circolare lungo tutto il processo produttivo (in particolare il Denim Project di Gucci, sviluppato dalla Maison in collaborazione con International Promo Studio, Candiani Denim e Filatura Astro, con cui Gucci si pone l’ambizioso obiettivo di integrare nelle sue collezioni di denim cotone proveniente da agricoltura rigenerativa dell’azienda agricola spagnola Algosur, certificata da Regenagri, e di combinarlo con fibre post-consumo riciclate, raccolte e rigenerate in Italia). Il Visionary Award è stato assegnato ad Edward Enninful, editor-in-chief di British Vogue, mentre l’Education of Excellence Award è stato assegnato alla maison Valentino. A ricevere il Bicester Collection Award For Emerging Designers il brand Ahluwalia disegnato da Priya Ahluwalia. Tra i riconoscimenti anche il Craft & Italian Artisanship Award, vinto da Dolce&Gabbana e al brand Chloé, invece, l’Human Capital & Social Impact Award. Donatella Versace è stata premiata da Marco Mengoni con l’Humanitarian Award For Equity and Inclusivity. Infine il groundbreaker Award è stato consegnato a Candiani per Coreva, la tecnologia lanciata e brevettata dal brand per produrre il primo denim stretch biodegradabile e compostabile.