L’ultimo passo verso la fusione con le consorelle Confindustrie di Lucca e di Pistoia è stato compiuto: l’assemblea dei soci dell’Unione Industriale Pratese ha votato sì alla proposta: sui 364 voti presenti l’assenso è stato del 96,7% (352 voti). Pienamente confermata quindi la linea che era già stata fissata nel suo obiettivo generale dall’assemblea del 2014 e approvata nei dettagli operativi dal Consiglio direttivo riunitosi lo scorso 21 settembre.
Domani e sabato si terranno le assemblee delle Confindustrie di Lucca e di Pistoia. In caso di assenso anche degli imprenditori lucchesi e pistoiesi, quindi, scatteranno i 60 giorni al termine dei quali verrà costituita la nuova associazione. E’ questo infatti il lasso di tempo imposto dall’iter previsto per le fusioni delle società di capitali, adottato – a maggior tutela dei soci e dei terzi – anche per questa fusione fra associazioni.
L’assemblea odierna ha anche eletto il consigliere delegato di pertinenza di Prato nel Consiglio di presidenza della futura associazione unica Confindustria Toscana Nord: Francesco Marini ha raccolto il 96,6% dei voti. Marini rappresenterà quindi Prato, insieme ad Andrea Cavicchi, nell’organo esecutivo dell’associazione. Eletti inoltre i probiviri di pertinenza pratese nelle persone di Carlo Carlesi, Pietro Taddeucci Sassolini e Luigi Gino Balli; revisore contabile sarà Foresto Guarducci.
Secondo gli accordi contenuti nelle norme transitorie dello statuto di Confindustria Toscana Nord, a presiedere la nuova associazione (che, previa approvazione anche delle assemblee di Lucca e Pistoia, verrà costituita a fine anno) sarà in prima battuta Andrea Cavicchi, che avrà il compito di traghettarla durante la fase di avviamento fino alla costituzione degli organi nella loro pienezza, quindi fino all’estate inoltrata del 2016.
“Se come speriamo anche le assemblee delle consorelle avranno esito positivo possiamo dire che Confindustria Toscana Nord è già una realtà, anche se sarà operativa solo dal 1° gennaio 2016 – commenta Andrea Cavicchi – La risposta positiva degli industriali pratesi era prevedibile, visto l’assenso pressoché plebiscitario che ha avuto fin dall’inizio l’idea della fusione. Tuttavia non era scontata e soprattutto non era scontato che il consenso avesse queste proporzioni. Credo che questa sia una lezione per tutti: accusati spesso di particolarismo, gli industriali di Prato hanno dato un esempio di capacità di guardare lontano e di superare steccati e logiche di campanile.”