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Prato, il distretto unito lancia l'appello alla politica

Un documento strategico che va al di là delle minime differenze tra associazioni. E’ quello firmato a Prato da CNA Toscana Centro, Confartigianato Imprese Prato e Confindustria Toscana Nord per chiedere misure che rilancino il distretto stesso e la sua economia.

Le tre associazioni hanno unito gli sforzi per ottenere da Governo e Regione Toscana risposte che riguardino anche e soprattutto il settore del tessile-abbigliamento. Il documento è stato inviato anche ad altre associazioni territoriali toscane in modo che possa essere d’esempio per iniziative simili. Vi si leggono gli interventi prioritari per il distretto, sui quali le tre associazioni intendono attivare l’impegno di tutti gli interlocutori istituzionali, sociali e professionali, ad ogni livello.

A presentarlo Claudio Bettazzi e Francesco Viti (presidente di Cna Toscana Centro e presidente di Cna Federmoda Toscana); Luca Giusti e Moreno Vignolini (presidente di Confartigianato Imprese Prato e dei tessili della stessa associazione) e Francesco Marini e Maurizio Sarti (vicepresidente di Confindustria Toscana Nord e presidente della sezione Sistema moda di CTN).

Il documento è articolato in molti punti e la base di partenza è ovviamente la crisi creata dalla pandemia, che ha impattato in modo enorme sul distretto. Per questo assume ulteriore valore l’Osservatorio Economico che sarà realizzato con il contributo scientifico di Irpet per definire, sulla base di analisi puntuali, la situazione aggiornata e le misure urgenti necessarie.

Le misure vanno da un primo e più urgente livello di tutela e ristoro delle attività economiche a un programma a medio e lungo termine che ridisegni, potenziandoli, i fattori di contesto in grado di favorire e sostenere le attività produttive passando da un secondo livello orientato al rilancio.

Lunga la lista degli obiettivi strategici: incentivi alla crescita dimensionale e ai riassetti organizzativi;  incentivi e contributi a fondo perduto, anche attraverso i fondi strutturali europei oltre che come voce del Recovery Fund, per strategie aziendali mirate alla sostenibilità, all’economia circolare e all’approvvigionamento energetico; risorse per la transizione digitale. Per quanto riguarda le infrastrutture si va dallo smaltimento dei rifiuti tessili all’intermodalità ed ai progetti in corso, in vario stadio di avanzamento e per i quali ha un ruolo fondamentale la Regione Toscana, per il potenziamento della rete ferroviaria, la realizzazione della metrotramvia di collegamento con Firenze e con il suo aeroporto.

Presenti nel documento ma di interesse nazionale i finanziamenti per l’internazionalizzazione, la formazione e l’assunzione di giovani, le azioni a supporto di liquidità ed export, l’estensione fino al 31 luglio 2021 della CIG straordinaria Covid 19 e FSBA, senza oneri a carico delle imprese, l’alleggerimento degli oneri fiscali e meccanismi di ristoro, con l’eliminazione strutturale dell’Irap e il superamento dei codici Ateco con criteri basati invece sui fatturati.

Alla Regione Toscana vengono chieste misure di sostegno allo sviluppo, con particolare attenzione ai distretti industriali e alle filiere, all’economia circolare e all’innovazione digitale; revisione del progetto di accesso al credito Garanzia Toscana; finanziamenti atti a rafforzare il sistema della formazione professionale per il sistema manifatturiero.

Non si è nascosto dietro ad un paravento Luca Giusti: “Il documento – ha detto – è chiaro. Noi non ci siamo mai tirati indietro quando ci sono stati chiesti incontri ma a farlo sono stati a volte coloro che dovevano seguire o attuare i progetti. Viviamo sul territorio di ritardi sulle infrastrutture che vanno avanti da anni, basti pensare ai rifiuti, e quindi ora tocca a chi ci amministra, a tutti i livelli, dare una accelerata”. Critico verso il Presidente del Consiglio Conte Moreno Vignolini: “Non ha rammentato la moda tra le aziende strategiche che meritano un aiuto e questo mi ha infastidito”.

CTN, con Marini e Sarti, ha sottolineato l’importanza di liquidità, allungamento della cassa integrazione e Recovery Fund, mentre Bettazzi ha ricordato come il distretto abbia già messo in atto attività collettive nel passato, come con Prato non deve chiudere: “Ora ci piacerebbe uscire dagli slogan per passare a fatti concreti – ha aggiunto – ed anche i sindacati, con i quali è già previsto un incontro, possono essere parte del processo”.

Sottolineato anche il ruolo importante dei rappresentanti dei parlamentari del territorio per veicolare le richieste e fare in modo che vengano accolte.

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