Firma del contratto

Prato, arriva il patto d'intesa per il contrasto del contagio

L’accordo è stato sottoscritto da Confindustria Toscana Nord, Confartigianato Moda, Cna Federmoda, Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil

L’insolita excalation di aggiornamenti e novità sulla riapertura delle attività produttive tessili a Prato si arricchisce ulteriormente dopo la firma del patto d’intesa per il contrasto del contagio tra industria, artigianato e sindacati.

I firmatari sono Confindustria Toscana Nord, Confartigianato Moda, Cna Federmoda, Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil: il documento fissa alcuni punti fermi che saranno poi oggetto di specifica declinazione nelle singole aziende e nelle rispettive filiere.

Tutti questi soggetti, si legge nella nota, “hanno inteso lavorare d’anticipo per consentire al distretto di ripartire appena possibile con i massimi livelli di sicurezza, così da scongiurare anche rischi che potrebbero mettere a repentaglio la continuità della ripresa lavorativa“.

La sicurezza di datori di lavoro e lavoratori è la premessa primaria ma l’aspetto più originale del patto riguarda l’attenzione per le filiere. Esistono garanzie a tutela della salute dei lavoratori che sono legate al pagamento delle coperture previste dai contratti di lavoro e dai relativi fondi sanitari e previdenziali: se i pagamenti da parte delle aziende non vengono effettuati vengono meno anche le garanzie per chi dovesse ammalarsi e per le famiglie di chi dovesse perdere la vita. Da qui l’impegno assunto dalle imprese committenti di sincerarsi della regolarità contributiva, rispetto ai fondi sanitari e previdenziali, delle aziende a cui affidare le loro commesse.

Devono anche essere create le condizioni ottimali per la ricostruzione dei contatti interpersonali in caso di contagio: per facilitare il tracciamento dei movimenti delle persone le aziende committenti metteranno in trasparenza la rete dei propri terzisti e indicheranno le persone addette a seguire la produzione, che nell’accedere alle altre aziende dovranno attenersi alle regole già stabilite dal protocollo nazionale fra le parti sociali. Particolari cautele sono previste anche per le attività di trasporto.

Viene sottolineata anche la necessità degli ammortizzatori sociali, da estendere anche a quelle situazioni in cui un dipendente dichiari l’esigenza di prendersi cura di propri familiari.

Il Patto sottolinea la necessità della rapida adozione dei protocolli aziendali di contenimento del contagio attraverso il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e delle rappresentanze unitarie dei lavoratori o, in loro assenza delle stesse Federazioni sindacali firmatarie. Previste anche modalità di reperimento delle mascherine e degli altri dispositivi di protezione, anche attraverso Estra e Consiag che potranno svolgere il ruolo di centrali di acquisto, rivolgendosi anche alle aziende del territorio che hanno convertito la produzione.

Infine le parti danno vita all’Osservatorio paritetico CoViD-19 del distretto tessile e abbigliamento che avrà il compito di diffondere il Patto presso le aziende e i lavoratori, di verificare l’applicazione e l’efficacia delle misure, ed essendo il Patto un documento dinamico, si occuperà anche di aggiornarlo in base agli adeguamenti normativi che dovessero emergere.

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