Non è solo il secondo settore manifatturiero dell’economia italiana, la moda è anche cultura, anello di collegamento tra impresa e arte. E’ stato questo il fil rouge degli interventi degli ospiti alla cerimonia inaugurale di Pitti Uomo, svoltasi questa mattina nella splendida cornice del Salone dei Cinquecento.
“Firenze è l’unica città che guarda al futuro e alla innovazione con una manifestazione come Pitti che fa scouting in tema di stile a tutto tondo, ma che contemporaneamente ha una storia a cui attingere – ha commentato il sindaco Dario Nardella che ha fatto gli onori di casa – ma questi vantaggi vanno coltivati”. Ecco allora che Nardella ha assicurato che i lavori alla Fortezza non sono più allo stadio del ‘vorrei fare’ ma finalmente a quello del fare: il primo step sarà un intervento da 70 milioni di euro sui padiglioni Cavaniglia e Spadolini. Poi ha sottolineato come finalmente questo giugno è possibile arrivare con la tramvia dall’aeroporto alla Fortezza e non poteva esserci un riferimento alla nuova pista dell’aeroporto di Peretola, ormai qualcosa di più di un auspicio.
“La moda italiana è cultura – ha affermato Nardella – e questo è un valore aggiunto che ci rende unici nella competizione globale. Non dimentichiamo che questa edizione sarà la spinta per l’edizione 100, un traguardo e al tempo stesso un nuovo punto di partenza. Non dimentichiamo che il concetto del salone fuori salone è nato qui, con la contaminazione della città grazie agli eventi di Pitti, ai visitatori e agli espositori che vengono qua in questi giorni”.
Un grazie a Firenze è venuto anche da Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia, che tuttavia ha sottolineato come la moda vada oltre il riferimento territoriale: “Non ci sono Firenze e Milano – ha commentato – c’è piuttosto una settimana della moda che si articola in queste due città, non a caso Pitti lavora con la collaborazione della Camera della Moda in un’ottica assolutamente trasversale. Questa edizione di Pitti vede grandi rientri e importanti debutti. Pitti conferma alcune caratteristiche ma evolve, direi che è un organismo vivente ed è giusto che sia così. Infatti non si guarda più solo all’aspetto prettamente commerciale, va considerato anche l’impatto mediatico, che negli ultimi anni ha assunto importanza: fiere e sfilate ciascuna da sola non funzionano più, ha senso allora una manifestazione come Pitti”.
Questa avvio di Pitti ha dato voce anche alla parte della distribuzione grazie alla presenza del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. “La peculiarità del sistema distributivo italiano può essere riassunta in quattro P – ha commentato Sangalli – Pluralismo distributivo, Prossimità territoriale, Paese. Pluralismo distributivo perchè in Italia convivono realtà distributive di tipo e dimensioni diverse e questo concilia l’autonomia d’impresa, il servizio al cliente e ma anche il lavoro degli addetti. Prossimità territoriale perchè fin dai tempi della corporazioni c’è un legame forte tra commercio e territorio, guardiamo anche solo alle vetrine che rendono le nostre città accattivanti. Infine Paese perchè abbiamo un heritage, un patrimonio collettivo che dà valore al prodotto”.
Dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia un intervento inaspettato che richiama i sogni, le speranze, le emozioni, la bellezza: speranze e sogni che la politica ha il dovere di sostenere perchè su essi fonda la capacità imprenditoriale del Paese, bellezza che le imprese hanno il dovere di coltivare. “L’economia deve essere fatta anche di bellezza – ha concluso Boccia – ma soprattutto recuperiamo la centralità del lavoro che caratterizza la nostra Costituzione e ha guidati il nostro dopoguerra quando prima si sono ricostruite le fabbriche e poi le case”.
Se Pitti funziona, se il suo appeal internazionale si conferma di anno in anno è anche grazie alla collaborazione con ICE. “In 20 anni di collaborazione ICE ha portato a Pitti 2600 tra buyer e giornalisti stranieri – ha affermato il presidente di ICE Agenzia Carlo Maria Ferro – e la collaborazione continua con il nostro supporto a quell’universo ricco ed eterogeneo che è il sistema moda italiano”. In effetti le difficoltà sono ancora importanti e tra Brexit, neoprotezionismo e sfida tecnologica Usa- Cina il supporto alle imprese è essenziale.
Un supporto che è assicurato per il Governo dal Ministro per i beni e le attività culturali Alberto Bonisoli che è tornato sul legame tra moda e cultura, legame che non era scontato fino ad alcuni anni fa. “L’Italia nei prossimi anni avrà appuntamenti mondiali importanti nel campo della cultura – ha commentato – quelli saranno occasione per dare voce anche alla moda , che è il legame tra l’espressione economica e la tradizione culturale del nostro paese. In più riattiveremo il tavolo di dialogo col Sistema Moda voluto dal precedente Governo: obiettivo comune deve essere mantenere la manifattura in Italia. Affronteremo tra l’altro la schizofrenica situazione per cui da una parte c’è disoccupazione e dall’altra carenza di personale specializzato: quello che ci aspetta è una rivoluzione culturale, far capire il valore di una formazione tecnica, rendere accattivante per i giovani e soprattutto per le loro famiglie un percorso verso un lavoro non prettamente intellettuale, ma di ‘fare’, solo così potremo essere davvero competitivi”.
La cerimonia inaugurale è stata l’occasione per la consegna del Premio Pitti Immagine Upomo 2019 a Marco Boglione, fondatore di BasicNet, e il premio alla carriera a Luigi Settembrini (nella foto a lato con Claudio Marenzi), che insieme a Marco Rivetti ha lanciato il marchio Pitti ed ha inventato una nuova forma per le fiere fiorentine che ancora produce i suoi frutti.
Foto: Studio Nonamephoto