‘Questa sarà un’edizione eccezionale’: il presidente di Pitti Immagine, Antonio De Matteis, apre Pitti Uomo edizione 106 con un’affermazione importante, che può sembrare sfacciata, ma che si basa sui contatti pre-fiera arrivati dai visitatori: “Ci saranno molti compratori, soprattutto asiatici e dagli Stati Uniti – ha continuato De Matteis – e le fiere di Pitti, compresi i nuovi format come Testo, continuano a rappresentare una fonte di ispirazione”. Anche per i giovani, a cui De Matteis si è rivolto: “I giovani sono bombardati di immagini – ha affermato – A Pitti parliamo del prodotto”. Un ottimismo che fa bene, soprattutto in un momento congiunturale non facile, in un 2024 che ha visto nei primi sei mesi un significativo ridimensionamento dei risultati conseguito in un 2023 in cui il fatturato delle aziende nazionali di abbigliamento maschile era salito del 4,7% a quasi 11,9 miliardi di euro.
Non a caso Sergio Tamborini, presidente dell’associazione tessile e dell’abbigliamento Sistema Moda Italia, si è detto preoccupato per il ricorso sempre più frequente alla cassa integrazione, probabilmente per i problemi che conseguono all’importante aumento dei prezzi nell’industria del lusso: “Prima si vendevano quattro unità di un articolo che costava 4mila euro. Ora il prodotto costa 12mila euro e ne vengono vendute solo due. Ciò significa che, sebbene il marchio abbia aumentato il suo fatturato, il volume di produzione si è dimezzato. In un contesto di questo genere dunque – conclude – saloni come Pitti Uomo rappresentano un’opportunità: la classe media, infatti, non potendo più permettersi prodotti di lusso, è alla ricerca di alternative più accessibili, ma di qualità è Pitti è una vetrina importante. Gli imprenditori italiani hanno l’opportunità di ridisegnare il futuro” ha dichiarato Tamborini.
Nel corso della cerimonia di apertura sono stati assegnati anche alcuni premi. Il Premio alla Carriera è andato a Hirofumi Kurino, co-fondatore e creative advisor del gruppo retail giapponese United Arrows. Il Premio Pitti 2024, invece, è andato a Javier Goyeneche, fondatore del marchio Ecoalf.