Ieri Pitti Filati ha conosciuto una seconda giornata molto vivace e oggi il consueto inizio delle operazioni di chiusura. Per questa edizione si conferma come fil rouge la scelta della sostenibilità da parte dei maggiori filatori italiani e stranieri.
Tra questi Botto Giuseppe che da cinque stagioni racconta con rinnovata passione la propria storia e il proprio impegno a offrire ai clienti del lusso materie prime pregiate e distintive.
“La moda rimane una delle industrie più inquinanti del pianeta dopo elettricità, riscaldamento, agricoltura e trasporti. Ad oggi 40 milioni di persone lavorano nella moda e il sistema di produzione causa danni ingenti nella filiera di produzione. È nostra responsabilità ad ogni livello della filiera porre rimedio e trasformare il sistema includendo i principi di moda ecosostenibile e moda etica” spiega Silvio Botto Poala, amministratore delegato dell’azienda.
Botto Giuseppe si impegna in questa direzione con i filati che appartengono a Naturalis Fibra, che provengono da fattorie selezionate e sostenibili in Asia e Oceania e che per la maggior parte è lavorata nello stabilimento Cascami Seta di Tarcento in provincia di Udine, di proprietà della famiglia dal 1985 che utilizza energie totalmente rinnovabili.
Protagonista della collezione è la seta Slowsilk –the most ethical silk – la cui lavorazione è interamente tracciabile e priva di pesticidi. La novità per questa collezione è la presenza di nuove colorazioni: oltre alle colorazioni derivanti dalla seta grezza ed esclusivamente in tinta unita, si è arrivati a 12 colori e ai mélange tinto tops che potranno essere un ottimo spunto soprattutto per gli articoli per l’uomo sia nella maglieria che nel jersey.
Una nuova specifica etichetta testimonierà il nuovo passo verso la completa sostenibilità sia nei filati che nei tessuti, presentati a febbraio a Milano Unica anche loro con la nuova gamma di colori.
Da segnalare la seta Sauvage, una seta di secondo livello, quindi meno fine, ma assolutamente cruelty free dato che utilizza il bozzolo quando il baco lo ha già lasciato. “Il nostro obiettivo – commenta Silvio Botto Poala – resta quello di raggiungere un livello di sostenibilità e tracciabilità sempre più alto ma assicurando la qualità e la bellezza dei filati, in più garantiamo questo valore in tutto il percorso del filato: selezioniamo i fornitori, riduciamo le immissioni nelle fasi di lavorazione, scegliamo procedure sostenibili. Noi riusciamo a garantire tutto questo anche nella nostra lavorazione dei tessuti grazie a Cascami Tessili e mi piace ricordare la scelta di coloranti col minor impatto ambientale, i trattamenti cloro free. Certo sarebbe importante che questo valore in cui noi crediamo molto fosse condiviso dalle altre fasi della filiera: in realtà alcuni nostri clienti lamentano ancora alcuni limiti nella comunicazione di questi valori ai loro compratori e ai consumatori, troppo spesso oggi ci si ferma a pretendere la sostenibilità della materia prima ignorando quello che avviene nei passaggi successivi“.
Sicuramente sempre più si sta allargando la scelta per la sostenibilità anche tra gli utilizzatori di filati, alcuni temono un po’ l’impegno che comporta il rimanere fedeli questa scelta, ma il trend non può che essere questo.
Per quanto riguarda le scelte stilistiche, preziosissimi in mischia il cashmere/seta/lino Destiny (Nm. 2/70.000 – 40% cashmere – 40% seta- 20% lino) e Mango (Nm. 2/30000 – 50% lino – 50% seta).