Filati Biagioli

Pitti Filati, Prato gioca quasi in casa e punta alla crescita

Una crescita, quella del numero di aziende, c’è già sia pure piccola: da 26 a 28. I filatori pratesi guardano a Pitti Filati, al via domani, con ottimismo.

Oltre alle filature presenti, alcune delle quali colpite dall’alluvione di novembre, anche altri 7 soggetti pratesi, per lo più imprese di settori in vario modo connessi al mondo dei filati, che vanno a rappresentare il distretto nella vicina Firenze e a confermare Prato come protagonista portando un terzo delle aziende presenti al salone fiorentino.

Per l’ennesima volta la fiera si deve confrontare con eventi esterni: dopo il Covid e la guerra in Ucraina stavolta sono le tensioni internazionali e le relative conseguenze economiche a fare un po’ da freno ai mercati.

Così il distretto arriva all’appuntamento clou di inizio anno con i “postumi” della frenata arrivata soprattutto a fine 2023: già tra gennaio e settembre però la produzione si è ridotta del 10,3%, ma a consuntivo sono attese cifre peggiori, anche per l’export, sceso del 14,5% nei primi tre trimesti.

“Quello che di negativo è accaduto fino ad ora – commenta Raffaella Pinori, coordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – ha segnato le nostre aziende ma non le ha certo piegate. Al di là di scelte legittime di singole aziende (Filpucci non sarà presente, ndr), registriamo forte interesse per questo appuntamento che, sebbene dedicato alle collezioni primavera-estate meno congeniali alla maggior parte delle imprese pratesi, ha visto una partecipazione più elevata del solito e praticamente equivalente alle edizioni incentrate sull’invernale. Nonostante incertezze, come la situazione nel Mar Rosso”.

Intanto nel recente incontro del gruppo Produttori di filati di Confindustria Toscana Nord è stato avviato lo sviluppo di un progetto collettivo finalizzato alla più ampia diffusione della certificazione autonoma GRS tra le imprese terziste della catena locale di fornitura. La realizzazione del progetto consentirebbe di aumentare l’efficienza della filiera semplificando drasticamente adempimenti e oneri e allo stesso tempo conferendo maggiore evidenza agli aspetti di eticità e trasparenza del settore.

Per quanto riguarda il quadro del distretto a inizio 2024 sono 80 le imprese produttrici di filato, con oltre 2000 addetti, cui si sommano quelli della filiera. Il Centro studi di Confindustria Toscana Nord stima che il comparto abbia realizzato nel 2022 un fatturato di 750 milioni euro, di cui il 40% realizzato con l’estero: i produttori di filati per maglieria esportano mediamente più della metà della produzione in valori, mentre i filati da tessitura sono destinati per lo più al mercato interno. I mercati esteri più significativi, che assorbono oltre i tre quarti del valore dell’export dei filati pratesi, rimangono quelli europei: Germania in primis, con quasi il 10% del totale, e a seguire la Romania, entrambe comunque nel 2023 in contrazione; significativi, e invece in incremento, anche i mercati francese, portoghese e croato.

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