Pitti Filati, l'affluenza cresce, le proposte non mancano

Come previsto e sperato il secondo giorno di salone ha portato un’affluenza maggiore a Pitti Filati, con più verve nei corridoi della Fortezza. In un momento in cui anche da parte dei buyer c’è la tendenza alla “toccata e fuga” per ottimizzare tempi e costi la maggior parte delle persone ha optato per il giorno centrale di fiera, prendendo per tempo gli appuntamenti con le varie aziende.

Per intercettare necessità e gusti stilistici la fantasia dei tecnici si è scatenata e ogni singola azienda ha un filato o una tendenza su cui puntare.

Botto Giuseppe per esempio si è schierato sul tema “sostenibilità cruelty free” con una collezione che garantiscela salute delle persone e dell’ambiente, con la sua piena tracciabilità attraverso tutta la filiera: Slowool, il filato di Naturalis Fibra è il fiore all’occhiello: il filo proviene da pecore mulesing free e viene prodotto dall’azienda australiana Congi con cui Botto Giuseppe ha firmato un’esclusiva. Produzione sostenibile anche per la seta Tussah una seta, che non prevede la morte dei bachi. La seta viene ricavata raccogliendo ciò che rimane dei bozzoli dopo che sono nate le farfalle.

Un rosso un po’ inedito accompagna invece la nuova collezione di Cariaggi: sarà questo il colore dell’estate con accanto un bianco che esalta il contrasto, ma ci sarà spazio anche per dei colori ispirati all’India (oro, marrone pastello, ocra…). Lucentezza, brillantezza e leggerezza le parole d’ordine, Shining300sostenute da cashmere, seta, lurex e micro paillettes: tra le novità ci sono lo Shining (67% Seta Mulberry 33% lurex -, foto a sinistra), il Gritty (59% cashmere 25%seta 16% lurex più paillettes) e il Curly (74% cotone Belize 26%seta Mulburry). Infine il Linum Stampato, un nuovo filato realizzato in due diversi titoli che si differenziano in base alle finezze: Twilight e Sandy.

“Anche il nostro 2016 – dice Cristiana Cariaggi – è in linea con i dati nazionali, anche se dal punto di vista dei chili lavorati non c’è stata flessione. Evidentemente ad un certo punto dell’anno il mercato ha scelto stili diversi, ha puntato su qualcosa di non previsto. Poi è normale che influiscano tutti i fattori possibili, dalla politica internazionale agli attentati, dalla minor disponibilità di soldi alle stagionalità meno definite; non si può individuare un unico motivo di flessione”.

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