Pitti Bimbo: kidswear e non solo

Al via oggi in Fortezza a Firenze il salone dedicato all’abbigliamento per i più giovani: fino al 21 giugno bambini e ragazzi sono i protagonisti del salone, che oltre alla moda e al lifestyle, offre anche spazi per il networking e la formazione per i professionisti del settore.

Ecco le novità dell’edizione n. 99 di Pitti Bimbo che raccoglie 170 brand espositori, il 65% dei quali provenienti da paesi esteri. Il percorso del salone in Fortezza ospita diverse sezioni: 100% Bambino, che raccoglie gli stili e le tendenze che arrivano dalla moda adulta, matchy matchy, proposte da griffe e brand iconici, fino al mondo urban in tutte le sue declinazioni. C’è poi The Kid’s Lab! un laboratorio per scoprire le collezioni di ricerca di brand giovani e pionieristici, non solo outfit, ma anche una ricchissima gamma di accessori lifestyle. Rientrano a pieno titolo in The Kid’s Lab! anche PittiPets, lo spazio dedicato al mondo degli amici a quattro zampe dallo scorso gennaio e che ha riscosso al suo lancio un grande successo, e The Nest, il progetto nato da uno scouting attento e sensibile tra i piccoli marchi che meritano di essere scoperti e sostenuti.

Nella Networking Lounge occasioni di networking, formazione specifica e aggiornamento, attraverso eventi come lo speed dating “Lemon Connect – Time to Meet” e i workshop con Shop Survivor e Istituto Marangoni. Un’attenzione speciale verrà riservata alla comunicazione social che, attraverso un rebranding  affidato alla designer e branding specialist francese Sarah Livescault, supporterà aziende e buyer nel farsi conoscere.

“Da alcune edizioni, Pitti Bimbo ha cambiato pelle – dichiara Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine –  Partita come un classico tradeshow, oggi la nostra manifestazione si è fatta più composita e articolata. Non solo di prodotto, ma anche di servizio. Non dimentichiamo poi l’impegno a una sempre maggiore penetrazione internazionale: grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e con l’Agenzia ICE possiamo investire preziose risorse anche nell’invito a compratori provenienti dai mercati emergenti, sia quelli che sappiamo essere potenziali nuovi clienti del Made in Italy di qualità, sia quelli che stanno già diventando importanti per i nostri espositori nazionali”.

 

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