Lo trovi in ogni fiera tra quelle più importanti del tessile-abbigliamento, in Italia come nel resto d’Europa. E lo noti, per due motivi: il primo è quello più evidente, l’abbigliamento, che esce decisamente dallo schema camicia-cravatta e anche dal più semplice casual-sportivo da fiera; il secondo, più da ‘addetti ai lavori’, è che spesso il suo stand è pieno di clienti e visitatori al punto che, per noi giornalisti, non sempre è semplice intervistarlo.
E’ Piero Forza Giovane (come da biglietto da visita…), nome d’arte (e che arte) di Piergiovanni Vitalini, titolare e fondatore di Forza Giovane, azienda artigiana di Calcinelli di Saltinara, nelle Marche, ed anche proprietario di Passamani, che invece si trova in provincia di Novara e che è stata acquisita da Vitalini nel 2012. Lo incontriamo a Proposte, sulle rive del lago di Como, pochi giorni dopo una delle sue iniziative creative e, a modo loro, eclatanti: la difesa del made in Italy durante il Salone del Mobile di Milano, con volantini, lettiga e quattro modelle come scorta.
Siete sempre presenti in fiera; siete la dimostrazione che i saloni sono ancora la vetrina più importante…
Ne facciamo 4, ovvero Pitti Filati, Milano Unica, Première Vision ed adesso anche Proposte, che è adatta al prodotto di Passamani, ma per un certo periodo siamo andati anche a Lineapelle. Noi abbiamo un bel rapporto con i clienti e quindi le fiere sono un modo per vederli, per avere visibilità e magari scoprire anche qualche mercato nuovo.
Ad esempio?
Il Giappone mi sembra interessante per il futuro. E’ un Paese che è rimasto abbastanza fuori dalla globalizzazione, hanno gusti meno contaminati e ritmi che noi avevamo 5-10 anni fa.
Quindi dovete adattare spesso il campionario o presentate sempre gli stessi prodotti a prescindere dalla fiera?
Portiamo qualcosa in più a Première Vision, perché è la fiera più grande ma in realtà ogni settimana aggiungiamo qualcosa, senza guardare alla stagionalità perché ormai le stagioni sono sempre meno delineate. D’altronde per essere interessante sul mercato devi sempre offrire qualcosa di nuovo.
Forza Giovane è lei, con il suo look e la sua faccia. Ma dietro c’è qualcosa di più…
La direzione artistica è mia ma a creare siamo in tre. Poi ci sono tutti gli altri, a iniziare dai dieci meccanici, quasi tutti giovani, che aggiustano e modificano le macchine per tessere e filare, perché ne usiamo di vecchie, di quelle per le quali i pezzi di ricambio neanche si trovano più. Ne ho comprata una in Casentino che ho rimesso in funzione e sembrava destinata alla rottamazione. Poi l’ufficio stile dà colore e finezza al lavoro degli artigiani, che non possiamo far morire. Il problema diventa il prezzo, che ovviamente è più alto rispetto ad altri perché abbiamo 80 persone, quasi tutte pagate a tariffa, grandi spazi, collezioni continue…
Nasce qui il suo impegno a difesa del made in Italy e dell’artigianalità?
E’ un grido di aiuto verso le istituzioni ma anche verso il cliente finale che prima di comprare un prodotto deve sapere dove è stato fatto, da chi e con quale materiale. La globalizzazione sta uccidendo le differenze ma noi italiani siamo bravi a trovare le soluzioni ai problemi. In Francia tante piccole aziende sono state salvate da un grande marchio che ha messo i giovani a lavorare con la supervisione dei più esperti. Noi abbiamo attuato questo sistema a Passamani, riempiendola di giovani volenterosi che prima di venire da noi facevano altri lavori. Il responsabile, col quale mi relaziono a distanza dalle Marche al Piemonte, è un ex idraulico….