La “spedizione” non è al livello di quelle di una volta, dove per “una volta” si potrebbe pensare anche solo a meno di due anni fa, ma le aziende tessili pratesi hanno risposto “presente” all’appello di Première Vision in 36.
Un numero confortante, alla luce degli ultimi difficili mesi, che mette in luce la voglia ed i segnali di ripresa del distretto che, secondo il Centro studi di Confindustria Toscana Nord sul secondo trimestre 2021, ha avuto un’impennata del +20,9% rispetto allo stesso periodo del 2020, invertendo una rotta che ancora nel primo trimestre era negativa.
Resta da recuperare ancora il 18% rispetto al 2019, tanto nella produzione quanto nell’export. “La strada per il nostro settore rimane in salita – commenta Maurizio Sarti, coordinatore del gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord e presidente del consorzio Pratotrade – anche se, soprattutto nell’export, si è assistito a incrementi di tutto rispetto. Ma la vita delle persone e i loro consumi di moda non sono ancora quelli di prima della pandemia. Via via che cadono le restrizioni e che i comportamenti di tutti noi si normalizzano si riaprono per la moda spazi che la pandemia aveva precluso. Ma rimangono problemi consistenti come le difficoltà di spostamento, soprattutto a livello intercontinentale, che rendono arduo quell’aspetto fondamentale del nostro settore che è la promozione. Criticità significative sono sorte anche a livello produttivo: il tessile risente fortemente, come il resto del manifatturiero, dell’incremento dei costi di materie prime e trasporti. Le lane fini ad esempio hanno conosciuto un aumento consistente di prezzo, così come cashmere, mohair e alpaca, mentre i trasporti via mare hanno subito rincari a tre cifre. Un altro punto dolente è costituito dal prezzo di energia e gas metano, in ascesa vertiginosa: l’impatto sulle lavorazioni c’è, è forte e si riverserà sul prodotto finito”.