“Immagini di avere davanti a sè tutti i candidati alla Politiche del 4 marzo e di poter far loro una e una sola richiesta…“. La nostra domanda/provocazione rivolta agli espositori di Milano Unica ha portato a risposte di ogni tipo: talvolta sogni, molto spesso richieste concrete e specifiche ed anche qualche considerazione molto ironica.
Dietro la promessa del più totale anonimato in tanti si sono prestati al gioco e alla fine è uscito un ventaglio di bisogni e necessità che i candidati al ruolo di premier farebbero bene a considerare. Oggi vediamo i più votati, con le varie motivazioni, mentre nei prossimi giorni analizzeremo le risposte meno frequenti e quelle più originali, alcune delle quali in netta contrapposizione tra di loro. La richiesta che unisce più imprenditori è “meno pressione fiscale”, con varie sfaccettature tra le motivazioni, seguita da “sburocratizzazione” e “reciprocità dei dazi”. Poi, a seguire, “mantenimento della linea attuale”, “attenzione al manifatturiero”, “possibilità di adeguare gli stipendi dei dipendenti a quelli degli altri stati/rivedere i contributi” e “fare squadra comune”.
Meno pressione fiscale
“Il calo della pressione fiscale darebbe sostegno alle aziende, ridurrebbe o eliminerebbe il lavoro nero, porterebbe a più impieghi e a maggiore ricchezza a tutta la nazione”. “Riprenderebbero i consumi, se sta bene il cuore sta bene tutta la persona e così l’economia, della quale il manifatturiero è fulcro”. “Bisogna ridurre il cuneo fiscale per i nostri dipendenti”. “Bisogna gestire meglio la componente fiscale: cuneo, incentivi, costo del lavoro”.
Reciprocità dei dazi
“Sarebbe il primo passo da fare per renderci ancora più competitivi sui mercati. Dovremmo prendere spunto dalle misure alle quali stanno pensando anche gli Stati Uniti”. “La reciprocità non sarebbe neanche da chiedere, dovrebbe essere automatica in uno stato normale”.
Sburocratizzazione
“Abbiamo centinaia di adempimenti di ogni tipo: fiscali, amministrativi, formali… Il 35-40% del personale dell’ufficio amministrativo non è utile o produttivo per l’azienda ma sostitutivo del lavoro dello Stato”. “Per allargare lo stabilimento su un terreno mio e con ogni lavoro previsto dal piano regolatore ho dovuto aspettare sei anni. Dobbiamo poterci muovere più liberamente”.
Mantenimento della line attuale
“Se proseguissero nel lavoro fatto negli ultimi tempi sarebbe già qualcosa”. “Bisogna dare atto a Calenda e Scalfarotto di aver fatto molto di più di quanto fosse stato fatto prima, anche se siamo ancora al decimo di quello che avremmo bisogno”.
Più soldi ai dipendenti
“Dobbiamo avere la possibilità di pagare i nostri dipendenti quanto quelli delle nazioni vicine. I nostri vicini svizzeri, a parità di stipendio, prendono in busta il 30-40% in più di retribuzione. Anche questa è concorrenza sleale”.
Fare squadre
“Bisogna spingere per creare consorzi, ma consorzi veri, non formali. Prima a livello locale e poi nazionale, perché per ora continuiamo ad andare avanti ognuno per sé e non ci rendiamo conto di quanto siamo forti”.
Attenzione al manifatturiero
“Devono guardare la lavoro manifatturiero non solo alla finanza. Siamo la spina dorsale dell’Italia e se giriamo noi gira tutto il Paese. Spaventa la Germania che pensa alla settimana di 26 ore di lavoro, che da noi sarebbero coperte già il martedì sera”. “Bisogna trovare un aiuto concreto per le industrie nei meandri delle leggi comunitarie perchè altrimenti siamo presi indirettamente a calci nel sedere”.