Modaprima, la qualità supera la quantità

Più di 1.700 operatori alla Stazione Leopolda di Firenze nei tre giorni di Modaprima, con arrivi da più di 50 paesi esteri. Il dato è in leggera diminuzione rispetto alle presenze della precedente edizione invernale (erano stati quasi 1.800 i buyer nel novembre 2014) ma i quasi 800 addetti ai lavori arrivati dall’estero confortano gli organizzatori.

Le migliori performance internazionali le hanno messe a segno i compratori da Russia, Spagna, Olanda, Gran Bretagna, Hong Kong, Messico e dagli operatori delle Repubbliche Baltiche, in particolare Lituania ed Estonia.
Leggera flessione per le presenze dei compratori italiani, che nel complesso hanno comunque espresso un livello di qualità alto.

Nella classifica dei primi 15 paesi di riferimento sempre in testa il Giappone, seguito da Spagna, Russia, Portogallo, Turchia, Belgio, Olanda, Francia, Grecia, Gran Bretagna, Hong Kong, Lituania, Austria, Irlanda e Germania.

“Modaprima conferma anche a questa edizione – afferma Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine – la qualità della sua proposta e le sue prospettive internazionali. La moda italiana pensata e prodotta per la grande distribuzione, si dà appuntamento ogni sei mesi a Firenze, per presentare le novità al pubblico internazionale, e lo è stato anche stavolta. Certo lo scenario dei mercati esteri vive una fase complessa, con mercati più reattivi e altri in maggiore difficoltà, con fattori di criticità che sono conseguenza anche dei fatti recenti della politica internazionale. Ma in questi giorni alla Leopolda i nostri espositori hanno comunque incontrato operatori del settore di alto profilo, arrivati a Firenze con grande motivazione e concretezza per la prossima stagione. E’ piaciuta molto la novità della sezione Accessories, che ha raccolto feedback positivi tra i buyer intervenuti, e determinanti sono stati anche gli investimenti di Pitti nella promozione all’estero, realizzata in stretta sinergia con ICE – Agenzia per la Promozione all’Estero e l’Internazionalizzazione, che a questa edizione hanno permesso la partecipazione di missioni di buyer provenienti sia dai mercati consolidati sia da economie più emergenti. Siamo convinti che per il ready-to-wear di qualità la spinta sull’internazionale sia la direttrice su cui investire: lo faremo a ogni edizione sempre di più”.

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