Process Factory

Moda e lusso, la sostenibilità ha dati certi

Dopo la pubblicazione dei risultati raggiunti da 100 aziende che hanno aderito alla roadmap 4sustainability le performance di sostenibilità della filiera del fashion e luxury hanno anche un valore reale e misurato.

Nel corso di “Numeri primi: il Rinascimento sostenibile della filiera moda”, l’evento annuale di 4sustainability, il marchio di Process Factory, sono stati presentati i dati di cento aziende: la maggior parte (70%) della filiera delle materie prime e dei semilavorati, poi lavorazioni con chimica interna (20%), capi e prodotti finiti (6%), accessori e componenti (3%) e lavorazioni senza chimica interna (1%).

E’ emerso che le aziende ottengono risultati migliori quando sono guidate da una chiara strategia (Commitment, Politica, Reporting, ecc) e quando ci sono delle specifiche figure dedicate alla sostenibilità (es. Chemical o Sustainability manager), meglio ancora se dispongono di un budget.

La ricerca ha anche evidenziato un buon livello di conoscenza da parte della filiera delle sei tematiche di trasformazione, derivanti dai 6 pillars del framework 4S: Trace (tracciabilità), Materials (materiali a minore impatto), Chem (eliminazione delle sostanze chimiche tossiche e nocive dai cicli produttivi), People (crescita del benessere organizzativo), Planet (uso consapevole delle risorse) e Cycle (sviluppo delle pratiche di riuso, riciclo e design sostenibile).

Per il Trace i punteggi alti o medio-alti sono stati raggiunti da oltre il 65% del campione, mentre per Chem il 76% ha già avviato un percorso, raggiungendo per il 79% il livello advanced. Sul fronte del benessere organizzativo c’è ancora ampio spazio di miglioramento, che cresce ancora per l’uso consapevole delle risorse, dove il 56% delle aziende si è dovuto accontentare di un rating più basso.
Punteggi sono ancora medi o medio-bassi nel Cycle.

In ogni caso il campione interpellato è già più sensibile della media, perché ha realizzato almeno un pillar del framework 4sustainability.

Ad analizzare i risultati con Francesca Rully, CEO di Process Factory, sono stati, in videocollegamento, Elisa Gavazza (Southern Europe Director ZDHC), La Rhea Pepper (CEO and Co-founder di TextileExchange), Payal Luthra (Global Apparel& Textile Lead WWF), Hakan Karaosman (Social Scientist University College Dublin), Maria Teresa Pisani (Economic Affairs Officer UNECE) e Andrea Crespi (vicepresidente di Sistema Moda Italia).

“Quello appena trascorso è stato un anno importante – ha detto Rulli – ed ora che abbiamo validato il sistema anche con la costituzione di un Advisory Board per il suo sviluppo, la sfida è renderlo disponibile su vasta scala a quante più realtà possibili del mondo produttivo”.

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