Miroglio crede ancora nel tessile. E investe

Circa 20 milioni di euro per garantire sostenibilità, ambientale ed economica, e per puntare sull’innovazione tecnologica. Questa la scommessa sul tessile del Gruppo Miroglio, che sta vivendo negli ultimi anni una profonda ristrutturazione.

“Puntiamo sia sulla stampa su tessuto sia sulla stampa sublimatica, utilizzata soprattutto per la decorazione dei tessuti sintetici -spiega l’a.d. Daniel Winteler – e i conti ci danno ragione, migliorando in modo significativo”.
Gli interventi in atto sul Gruppo hanno comunque garantito il mantenimento della produzione in Italia, garantendo alti standard di qualità e prezzi competitivi, anche rispetto alla concorrenza asiatica. Resta così importante il gioiello di Govone, il più grande impianto per la stampa tessile d’Europa, dove vengono stampati 15 milioni di metri di tessuto l’anno: qui nasce la collezione Miroglio Textile e sempre qui viene prodotta una parte dei tessuti per i grandi gruppi del fashion internazionale, come Inditex (Zara).

In netto miglioramento i conti del gruppo che si sono risollevati con una riduzione del deficit a dieci milioni di euro rispetto al centinaio di due anni fa, l’ebit è tornato in positivo e la posizione finanziaria è migliorata del 20%, superando i 200 milioni di euro di cassa. Miroglio ha registrato un fatturato complessivo di circa 650 milioni di euro nel 2015.

Anche i marchi fashion dell’azienda sono quasi tutti tornati alla redditività: quello che ha avuto le migliori performance è Fiorella Rubino.

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