Milano Unica in Cina, in tanti nell’anno più difficile

Il caldo soffocante e umido di questa fine di agosto a Shanghai di certo non è la cornice migliore per i tessuti della collezione autunno-inverno delle aziende presenti a Milano Unica Cina ma, meteo a parte, la rappresentanza italiana nel padiglione 5 dell’immenso NECC è di quelle importanti.

43 aziende raccolte sotto il tricolore, Alessandro Barberis Canonico, in rappresentanza del board della fiera, sul palco principale per il taglio del nastro alla cerimonia di apertura e per celebrare il trentennale di Intertextile ed una grande attenzione, anche mediatica in un padiglione dedicato alle nazioni straniere presenti a Shanghai: le premesse per una buona edizione ci sono tutte.

A poche ore dall’apertura della fiera Barberis Canonico traccia i contorni del ritorno del salone italiano in Cina in un perimetro colorato di rosso e con la scritta MU sempre in evidenza: “E’ l’anno più difficile di sempre su questo mercato – premette ed ammette l’ex presidente di Milano Unica – dopo un 2023 che invece è stato discreto. Ma oggi lavoriamo per il domani ed essere qui in tanti è un segnale importante”.

A caratterizzare la stagnazione di mercato in Cina c’è la poca fiducia dei cinesi nel futuro prossimo e la tendenza a spendere meno, dopo anni in cui la locomotiva del dragone ha viaggiato a ritmi forsennati.

“Ci avevano detto – prosegue Barberis Canonico – che la Cina avrebbe assorbito il 50% del lusso mondiale ed invece al momento la spinta si è fermata con un rallentamento dovuto anche alla situazione globale e alla politica internazionale e allargato a tutti i settori, compreso l’immobiliare e le esportazioni.

Pero’ Milano Unica ha voluto essere presente.
Facciamo un investimento per il futuro e per le prossime stagioni. D’altronde qui in Cina il gusto dei consumatori si sta spostando sempre più verso l’Italia, non c’è più soltanto il vestito elegante blu ma anche una tendenza ad apprezzare l’outwear realizzato con tessuti nobili, come se il forte trend del cappotto che c’è in Europa potesse arrivare anche qui. Per questo la presentazione delle collezioni invernali assume maggiore importanza. Chi è qui vende soprattutto per la zona di Pechino, più a nord rispetto alla calda Shanghai.

Il salone italiano avra’ un suo spazio a Shanghai anche a marzo 2025?
Stiamo valutando, io spero di si’ perchè portiamo gusto e innovazione. Avremo bisogno di un supporto da parte di tutto il sistema.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini