“Sì, speriamo”, “Magari, ma la vedo dura”, “No, non abbiamo tempo per preparare le collezioni”, “Più svantaggi che vantaggi”. Le risposte alla domanda “Come vedrebbe l’anticipo a dicembre o gennaio di Milano Unica con le collezioni estive?” sono le più disparate ma, di certo, il fronte per uno spostamento della fiera è meno compatto rispetto a quando fu deciso di passare da settembre a luglio per l’invernale.
Oggi pomeriggio, praticamente a chiusura della fiera, si riunirà il consiglio guidato dal presidente Botto Poala per fare il punto e il bilancio su questa edizione. All’ordine del giorno non c’è un punto che riguardi direttamente l’anticipo ma il tema finirà di sicuro sul tavolo e inizierà un primo lavoro di valutazione: sono comunque escluse decisioni di ogni tipo.
Tra gli espositori i pareri sono discordi, ecco una breve carrellata:
“In linea di massima siamo tendenzialmente favorevoli ma sarebbe impegnativo e complicato perchè si accorciano troppo i tempi tra lo studio della collezione e la produzione” (Silvio Botto Poala di Botto Giuseppe).
“Per principio sono favorevole, ma trovare una data è quasi impossibile perchè in Italia a dicembre in prossimità del Natale tutto di ferma e a gennaio ci sono sfilate e Pitti Uomo” (Marco Taiana di Taiana).
“Dicembre è troppo presto e a gennaio ci sono le sfilate. Più contrario che favorevole” (Sandro Ciardi di Dinamo).
“Speriamo che venga anticipata e distanziata da Première Vision. Noi siamo tornati con l’estivo proprio perchè l’anticipo di luglio è andato benissimo, la tempistica di produzione non ci preoccupa perchè comunque noi abbiamo già preso un indirizzo che va verso una realizzazione continua della collezione. E lo spostamento delle date aiuta gli atelier” (Francesco Bellucci del Lanificio Bellucci).
“Stavolta, rispetto a luglio dove nonostante qualcosa ancora da aggiustare la scelta è stata positiva, vedo più svantaggi che vantaggi. E’ vero che il mondo viaggia in direzione dell’anticipo ma il tema è molto complesso” (Luca Belenghi, di Tessitura Monti).
“Milano Unica di febbraio arriva tardi ed è troppo vicina a Première Vision. L’esperimento dell’anticipo, magari nella prima settimana di gennaio va assolutamente fatto” (Stefano Bellandi di Ricciarini).
Altri hanno espresso perplessità soprattutto per tempistica di preparazione della collezione e spazi liberi nel calendario: i dati oggettivi sono che l’inizio di dicembre sarebbe troppo presto per chi deve elaborare le collezioni e troppo vicino alla fiera di luglio, che a metà dicembre c’è Blossom Première Vision, che dopo il 20 dicembre e fino all’Epifania l’Italia si ferma e che quando si riattiva arriva il trittico di Pitti Immagine, la Settimana della Moda a Milano e le varie fiere del tessile, a iniziare dalla London Textile Fair.
Non si tratterà quindi solo di valutare la volontà di cambiare ma anche le possibilità: difficilmente arriverà una decisione in tempi brevi.