Filatura

Meccanotessile, il mercato ancora non decolla

Anche il secondo trimestre del 2024 va in archivio con un indice degli ordini delle macchine tessili in flessione rispetto a dodici mesi prima.

Secondo Acimit infatti il calo è stato del 17%, soprattutto a causa dei mercati esteri (-22%), dove la raccolta rappresenta l’86% degli ordini totali. In Italia invece qualcosa di è mosso e c’è stato un recupero del 25% sul secondo trimestre 2023.

Con gli ordini ricevuti nel secondo trimestre le aziende si sono assicurate la produzione per 4,3 mesi ma dalla rilevazione di Acimit emerge anche che nei primi sei mesi del 2024 l’utilizzo della capacità produttiva dei costruttori italiani è stato del 61% (dovrebbe salire al 64% nel secondo semestre).

“Il calo – dice il presidente Marco Salvadè – testimonia l’elevata incertezza dovuta alla difficile situazione geopolitica”. Se si escludono Cina e Egitto i principali mercati esteri presentano un generale calo della domanda di macchinario tessile, non solo di quello italiano.

Anche la crescita in Italia non è oro quanto luccica: tra aprile e giugno 2023 infatti il mercato interno si bloccò in attesa di Itma e delle sue novità: già il confronto con il primo trimestre di quest’anno segna un -23%.

“Le aziende tessili – spiega Salvadè – attendono che venga definitivamente sbloccato il Piano Transizione 5.0 ma il tempo scorre e non pare che la situazione si sblocchi”.

Le risorse dedicate a Transizione 5.0 sono legate al PNRR, che, per regole di rendicontazione, prevede che il macchinario possa godere dell’agevolazione prevista solo se installato entro la fine del 2025. Per molti costruttori i tempi di produzione e consegna potrebbero impedire di rispettare la scadenza.

“Ci auguriamo – conclude il presidente – che venga accolta la richiesta fatta da Federmacchine affinché le autorità europee considerino di prorogare al 2026 la possibilità di utilizzo dei fondi stanziati per tale provvedimento”.

Condividi articolo
Matteo Grazzini
Matteo Grazzini