Premio Mani Tese

Mani Tese, un premio che "arriva" in Africa

Un viaggio dall’Occidente all’Africa è valso a tre giornalisti la vittoria nella seconda edizione del Premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale.

Il premio, promosso da Mani Tese con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), si è proposto di portare alla luce storie e inchieste relative all’impatto dell’attività d’impresa sui diritti e sull’ambiente ed il tema di quest’anno era l’industria dell’abbigliamento.

I cinque finalisti selezionati dalla giuria (Federica Angeli, Gad Lerner, Tiziana Ferrario, Gianluigi Nuzzi, Eva Giovannini, Francesco Piccinini, Stefania Prandi, Riccardo Iacona e Emilio Ciarlo, Direttore Comunicazione di AICS) hanno presentato i progetti nel corso di un live talk online ed alla fine a vincere è stato il team composto da Martina Di Pirro, Francesca Ferrara e Maged Srour con il progetto di inchiesta “Di mano in mano – Il viaggio di un tessuto di seconda mano dall’Occidente all’Africa”.

L’inchiesta spiega come i vestiti usati importati in Africa dai Paesi più ricchi condannino alla povertà i suoi abitanti, con conseguenze anche sull’ambiente circostante e sullo sviluppo sostenibile di queste comunità. Anche in Italia buona parte delle donazioni di indumenti usati, che i cittadini fanno per solidarietà, finiscono per alimentare un traffico illecito. Inoltre, decine di tonnellate di indumenti sono considerati non utilizzabili e dunque rifiuti da smaltire.

Ai vincitori un contributo fino ad un massimo di 10.000 euro a copertura delle spese di realizzazione del servizio ed il team ha ora quattro mesi di tempo per realizzare l’inchiesta che verrà pubblicata integralmente sul sito di Mani Tese.

Condividi articolo