Lumberjack ha debuttato a Pitti Uomo con la nuova etichetta We, che va oltre le scarpe e presenta un concept per il consumatore tipo di Lumberjack, l’urbanature che sa vivere la città con spirito naturale. “We sta per weekend ma anche per noi, persone normali che non rinunciano alla propria libertà anche nella quotidianità” spiega Andrea Vecchiato, a.d. di Lumberjack.
A interessare il pubblico di Pitti il nuovo sistema combinato di giacche e accessori. “Entrare nell’abbigliamento risponde all’ambizione di creare un lifestyle – continua Vecchiato – che incontri i valori del nostro consumatore. Un consumatore che vuole comfort e tecnologia, quella che noi abbiamo sviluppato per l’alta montagna e per la tradizione nautica e che portiamo anche nei capi urban”.
Nato nel 1979 e acquisito nel 2012 dal gruppo turco Zylan, Lumberjack è un brand che da un concetto di outdoor americano sta migrando verso una connotazione moderna, con prodotti più urbani. Sotto i riflettori c’è il nuovo Modular Jacket System, un ecopiumino di base leggero, da abbinare a un capo termico o a una giacca water-resistant. Le calzature, che consentono la scelta tra sneaker e proposte di uso civile, sono declinate in tre linee per un totale di sette modelli, a completare l’offerta accessori, borse e zainetti.
“Con il progetto We – aggiunge Vecchiato – entriamo nella seconda fase del rilancio di Lumberjack. Il 2016 si chiude a 36 milioni di euro di ricavi, rispetto ai 18 del 2013, con l’export che passa da zero al 15%, rivolto a Sud ed Est Europa. Per ora – conclude il manager – siamo focalizzati sul Mediterraneo, ma stiamo ottenendo riscontri positivi in Asia e Medio Oriente, dove si ricordano ancora della Lumberjack dei tempi d’oro, gli anni Ottanta, quando il brand fatturava 160 miliardi di lire. Senza presunzione intendiamo rivolgerci a una distribuzione di punta che interpreti al meglio i nostri valori. Non dimentichiamo tra l’altro l’Italia dove stiamo rafforzando la nostra posizione e contiamo 200 shop in shop”.
