Il 2021 ha lasciato in eredità un +18,5% nell’export delle aziende della provincia di Varese, ma il 2022 sta già facendo i conti con l’inattesa crisi geopolitica nell’est Europa.
Le importazioni sono cresciute addirittura del 30%, facendo calare il saldo commerciale, che rimane positivo per 2,7 miliardi, del 6,4% rispetto al 2020.
L’ultima indagine sul commercio estero svolta dall’Ufficio Studi di Univa avverte anche che il recupero subisce le incognite del caro-prezzi e delle tensioni in Ucraina, i cui effetti si vedranno nei prossimi trimestri.
Riguardo i mercati di riferimento c’è stato un andamento delle esportazioni espansivo a livello diffuso: in area UE segno positivo quasi ovunque: gli incrementi più importanti per Belgio e Germania (entrambi+19,8%), mentre cala la Polonia. Fuori UE su la Svizzera (+9,6%) e giù il Regno Unito (-10,2%). Fuori Europa bene gli USA (+35,3%) e la Cina (+35,2%) ed era cresciuta anche la Russia (+9,8%).
Il tessile-abbigliamento rappresenta il 10% del totale delle esportazioni ed è cresciuto del 35,3% (import a +5,3%). In crescita i prodotti tessili (+21,6%), gli articoli di abbigliamento (+41,8%) e gli articoli in pelle (+64,2%). Nello specifico, si sono registrati aumenti rilevanti tra gli articoli di abbigliamento esclusi quelli in pelliccia (+38,6%), gli altri prodotti tessili (pizzi, tulle, merletti, feltro e ricami) (+18,4%) ed i tessuti in generale (+17,6%). Boom dei filati di fibre tessili (+129,0%) anche se il settore ha un peso minore sul totale.