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L'export toscano cresce ma la moda non è un traino

Il primo semestre del 2023 porta il segno più per le esportazioni dei distretti toscani rispetto allo stesso periodo del 2022, arrivando ad un valore di 15,3 miliardi di euro.

Secondo le rilevazioni di Intesa Sanpaolo la crescita diffusa però non riguarda il sistema moda, che resta il comparto più rilevante ma che si è fermato a 8,3 miliardi di euro (-285,6 milioni sul 2022, -3,3%). I distretti del sistema moda hanno subito il rallentamento del secondo trimestre con un calo delle esportazioni del -9,7% a fronte di un aumento del 3,8% nel periodo gennaio-marzo.

Pesano molto le frenate della Pelletteria e calzature di Firenze (-261,8 milioni; -7,4%) e del distretto dell’Abbigliamento di Empoli (-58,6 milioni; – 4,4%): entrambi registrano contrazioni delle vendite verso la Svizzera, l’hub del lusso europeo. Dopo il +15,5% del 2022 il distretto del Tessile e abbigliamento di Prato, con 1,2 miliardi di euro di esportazioni, ha segnato un leggero calo (-4,1%), maturato in particolare nei mercati inglese (-26,9%) e americano (-26,7%), mentre sono rimasti stabili i principali mercati di riferimento come Francia, Germania e Spagna e sono cresciute le esportazioni verso Polonia (+23,4%) e Turchia (+14,4%).

La Concia e calzature di S. Croce è a -7,2% ma resta attrattiva, come dimostra l’acquisizione da parte di LVMH della maggioranza della conceria Nuti Ivo. Un crescita invece i distretti aretini della filiera della pelle (+15,5%) e del tessile-abbigliamento (+8,8%), che arrivavano però da un 2022 non eccelso.

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