L’ultima edizione di Filo ha lasciato ai visitatori un ampio ventaglio di scelte: tante le aziende espositrici e soprattutto tante le collezioni presentate, molte con un unico comune denominatore, la sostenibilità. Tra gli espositori la Filatura C4, che per la prima volta a Filo ha presentato, oltre alla collezione Re.Verso per il contract, il tessuto di Audejas vincitore del Blue Drop al Mood di Bruxelles e creato con la lana re-ingegnerizzata Re.Verso.
“Il contract fatica ancora a receperire certi messaggi di sostenibilità – dice Alessio Catani – perchè in alcuni casi sono preferite ancora le prestazioni o il costo ma noi abbiamo iniziato prima degli altri e Re.Verso incontra il gradimento dei clienti”.
Virata verso un filato più tecnico invece in casa Sudwolle, con articoli misti in lana più lino, viscosa o poliestere che aprono una nuova strada alla realtà nata dopo l’acquisizione da parte del colosso tedesco di alcune aziende biellesi, Safil in primis.
Ma Filo ha aperto, da qualche edizione, anche alle tintorie e quindi non ha sorpreso la presenza, ad esempio, del Gruppo Colle, per la prima volta con stand e rocche colorate bene in vista, o di Iride, nata da meno di cinque anni dopo aver raccolto il testimone di Finital: l’azienda che ha nelle acque del fiume Cervo il suo punto di forza, ha due livelli di controllo interni oltre a Tessilcontrol, che garantisce anche per il cliente. Lanificio Colombo e Canepa tra i clienti di Iride, che fa parte anche del progetto Filo d’Oro, trait d’union d’eccellenza tra distretti tessili italiani. E per restare sul tema sostenibilità tutti i coloranti sono naturali, grazie anche alla consulenza di Stefano Panconesi.