Le proposte delle aziende a Filo

Tra le novità delle collezioni presentate nella prima giornata di Filo ci sono quelle di due delle più importanti aziende italiane del settore, Tollegno 1900 e Marchi & Fildi.

Tollegno è arrivato a Milano con la linea “Performance”, in aggiunta alle Classic e Luxury. Performance è accompagnata dall’hashtag #24hourworkandleisure ed è realizzata con lana merino e cashmere in purezza o in mischia con fibre tech (Tencel, carbonio, nylon siliconato).

In “Classic” e “Luxury” è il merino extrafine a fare da punta di diamante, con cashmere, seta, viscosa e filati di ispirazione tech.

Marchi & Fildi invece propone il cotone smart Ecotec, il primo made in Italy ottenuto con un esclusivo processo produttivo, totalmente tracciabile e certificato, che trasforma ritagli tessili pre-tinti in filati di cotone 100%, con un risparmio record di acqua ed energia: fino al 56,3% nell’impatto sull’effetto serra, fino al 56,6% nel consumo di risorse energetiche e fino al 77,9% nell’impiego di acqua nell’intero processo produttivo. Lanciato a Première Vision la scorsa stagione Ecotec ha raccolto la partnership di molte aziende, a iniziare da Euromaglia, Lana Reale, Manifattura CBM, Tessuti & Tessuti, Tintex Texteis Sa e Karalis Sa.

A Filo vengono presentate due linee di Ecotec (nella foto): Innovation (soluzioni smart creata dal centro ricerca e sviluppo Marchi & Fildi in cooperazione con un ufficio stile tessile) e Collection (un range esclusivo di tessuti Ecotec realizzati da partner accreditati). Il prezzo è paragonabile a quello del cotone classico e il filo volerà a New York per essere presentato nel corso del World Class Tour. Anche a Filo però il tema delle date è di pubblico dibattimento: “Affrettare sempre di più i tempi sta diventando un problema logistico non da poco – dice Luca Mainardi nello stand dell’azienda piemontese – anche se noi ormai da tempo lavoriamo più sui prototipi che sulle collezioni. Ma il mercato sta andando in questa direzione e noi ci adattiamo”.

Il tema eco richiama sensibilità e attenzioni forse ancora non globali: “I mercati del Nord Europa e qualche brand americano sono pronti da tempo – continua Mainardi – ma anche nel sud europa marchi che in genere arrivano in ritardo hanno istituito divisioni di studio sulla sostenibilità”.

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