Confindustria Toscana Nord, come accaduto nel luglio scorso per un incendio, torna ad occuparsi della discarica del Cassero, due settimane dopo il sequestro. “Esprimiamo seria preoccupazione per le difficoltà che il fermo dell’impianto sta originando al nostro sistema produttivo” dicono gli industriali di Lucca, Pistoia e Prato.
Con una lettera aperta l’associazione ha voluto manifestare la propria preoccupazione: “L’impianto – si legge – è infatti un elemento chiave per lo smaltimento dei rifiuti regionali; l’80% degli scarti che vi vengono conferiti proviene da imprese private e gestori pubblici toscani. Risulta ormai palese la debolezza complessiva del sistema regionale di gestione dei rifiuti, fatto che abbiamo più volte, anche di recente, cercato di portare all’attenzione. Contro tutti i principi previsti dalle direttive comunitarie, di fatto la Regione risulta sempre meno autonoma e autosufficiente e i rifiuti varcano sempre più frequentemente i confini regionali, con conseguente aumento dei costi, che si ripercuote su imprese e cittadini. Nel merito della vicenda, siamo preoccupati dal sequestro di un impianto alla cui gestione è sempre stata riconosciuta diligenza nel rispetto dell’autorizzazione e delle normative di settore da parte di tutti gli organi amministrativi (Regione Toscana), tecnici (Arpat) e locali (Comitato di controllo del Comune di Serravalle), nei quali abbiamo piena fiducia. Solo a titolo di esempio ricordiamo che l’impianto, che mantiene la registrazione EMAS come riconoscimento dell’efficienza del proprio sistema di gestione ambientale, nell’ultimo anno ha effettuato ben 28 respingimenti di carichi per non conformità al proprio rigido sistema di accettazione interno”.
“Negli ultimi otto mesi – prosegue la lettera – l’impianto, che era stato prudenzialmente chiuso in seguito a un incendio, è stato posto ancora di più sotto la lente di controllo di Regione, Vigili del Fuoco ed Arpat (ben otto sopralluoghi solo da parte dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente), che ne hanno ricontrollato minuziosamente le procedure di accettazione e di gestione dei rifiuti. Alla luce dei controlli, l’impianto è stato regolarmente riaperto con alcune prescrizioni pienamente recepite dal gestore, e, addirittura, nel settembre 2016 ha ricevuto una nuova autorizzazione integrata ambientale, ad oggi ancora valida e non sospesa. Auspichiamo quindi che la vicenda venga presto chiarita in modo da poter dare risposte al sistema produttivo regionale”.
Foto: ARPA Toscana