Il colore e la sostenibilità si confermano temi forti della collezione AI 20/21 del Lanificio dell’Olivo presentata a Pitti Filati. Innanzitutto il cotone organico, che è in mischia in tutta la collezione, coltivato con un uso intelligente e responsabile dell’acqua, senza uso di pesticidi e fertilizzanti. La sostenibilità è in ogni dettaglio, dalla carta certificata FSC per i materiali della presentazione fino all’utilizzo di pannelli fotovoltaici, secondo il programma Going Green.
Poi la creatività che di collezione in collezione evolve per intercettare il gusto del designer. In particolare questa collezione presenta molti trend e punti maglia concepiti per l’abbigliamento maschile, settore nel quale il Lanificio dell’Olivo ha importanti obiettivi di crescita.
Le fibre, usate, oltre al cotone, sono il cashmere, il baby alpaca, il Baby Kid ossia la mischia creata dall’azienda di mohair e alpaca. Il Lanificio dell’Olivo rafforza anche il servizio di stock service: i clienti troveranno già pronto in magazzino il filato tradizionalmente più venduto, ossia il Rouge.
Soddisfazione per l’andamento economico nelle parole dell’amministratore delegato Fabio Campana: “I risultati sono in linea con quelli di un 2018, chiuso a 20 milioni di fatturato – afferma – nonostante il ritardo del caldo e quindi l’avvio della stagione di acquisti. Vanno bene soprattutto i mercati del Far East, come Corea, Giappone, Cina, mentre soffrono di più Italia e Germania. Il nostro impegno commerciale è comunque forte e trasversale a ogni regione come si vede dalle numerose fiere nel mondo a cui partecipiamo: dalla Germania a Seoul, dalla Spagna al Giappone. Questa edizione di Pitti, per rimanere in Italia, è stata molto positiva e abbiamo visto in stand sia le maison più prestigiose che i brand emergenti. L’investimento in strutture, macchinari e personale continua, questo è il miglior segnale di fiducia nel futuro prossimo”.