La ricetta di Cna Federmoda per il dopo virus

Con una lunga nota Cna Federmoda prova a disegnare lo scenario della filiera moda italiana una volta terminata l’emergenza per il Covid-19.

“Il sistema istituzionale ed economico – scrivono nel comunicato – deve attrezzarsi per una ripartenza senza tentennamenti ma con una strategia di lungo periodo che predisponga le condizioni per un protagonismo dell’Italia nello scenario economico internazionale. Fino ad oggi si è pensato soprattutto ad interventi per l’immediato, per il breve periodo, modalità assolutamente necessaria e indispensabile, ora è giunto il momento di pensare a misure per il rilancio della crescita economica attraverso un piano straordinario. Per assurdo non possiamo trovarci impreparati una volta terminato o allentato il lockdown. Dobbiamo metterci davanti al virus”.

L’obiettivo devono essere la presentazione delle collezioni PE 2021 e la consegna dell’AI 2020/2021.
“Riteniamo – prosegue la nota – che appena allentata l’emergenza possa pensarsi ad una riapertura selettiva del Paese partendo dalle provincie a minor tasso di contagio. Ė necessario combinare alla strategia sanitaria una strategia economica per la ripartenza”.

In più politiche industriali utili a salvaguardare la filiera, a rilanciarla, a prevedere percorsi formativi per la trasmissione e il rinnovamento delle competenze mentre un altro intervento da prevedere è legato alla liquidità delle aziende con prestiti a tasso zero da restituire con una scadenza di 30 anni, unico modo per far fronte all’azzeramento del fatturato.

Importanti sono state le misure introdotte come i sussidi per l’occupazione e la disoccupazione e il rinvio delle tasse. La richiesta è per un approccio articolato e ampio per un intervento finanziario finalizzato a salvaguardare la permanenza di un tessuto imprenditoriale diffuso quale quello italiano, teso a evitare e superare intoppi burocratici mobilitando l’intero sistema finanziario: mercati obbligazionari, sistema bancario, fondi allocati presso il deposito postale.

Per Cna il sistema bancario nazionale deve mettere a disposizione risorse a costo zero per le imprese disposte a impegnarsi in un percorso di salvaguardia di posti di lavoro, lo Stato dovrà offrire garanzie a sostegno di queste operazioni che assumono a tutti gli effetti natura di politiche pubbliche di carattere sociale e industriale.

Per programmare un ritorno sui mercati “è necessario definire un programma articolato di azioni sia attraverso strumenti tradizionali come fiere e missioni commerciali ma anche implementando la digitalizzazione delle imprese e in quest’ambito anche attraverso adozione di strumenti per favorire le connessioni attraverso piattaforme su web (b2b, b2c, videoconferenze, presentazioni, video, sfilate, eventi in streaming). Per quanto possibile sul fronte normativo dovrebbero essere agevolate le forniture di aziende italiane, con produzioni locali e non di importazione per la PA. In generale, pensiamo che per sostenere la ripartenza si dovranno individuare formule per incentivare il consumo di prodotti italiani e favorire un’economia d vicinato per riportare risorse sul tessuto sociale al fine di far ripartire i consumi. Dovrà essere posta grande attenzione per il futuro al made in Italy privilegiando dal punto di vista istituzionale le produzioni nazionali, tutto questo con una certa attenzione non dimentichiamo che il nostro Paese, il nostro settore è vocato all’internazionalizzazione e l’export rappresenta per noi un volano imprescindibile e quindi non possiamo rischiare azioni che possano essere tacciate di protezionismo e inneschino reazioni di chiusura da parte degli altri Paesi.
In quest’ambito si potrebbero pensare anche misure che incentivino l’acquisto di produzioni italiane da parte del retail nazionale, potrebbe essere pensata una defiscalizzazione, o altra misura, per i negozi che acquistano collezioni tracciate secondo strumenti condivisi con il MiSE, al riguardo si potrebbe riprendere a lavorare sul Progetto pilota Blockchain o per l’immediato rilanciare la tracciabilità TF in seno a Unioncamere”.

Condividi articolo