A tenere banco tra gli stand di Milano Unica è anche la questione della crisi scoppiata all’improvviso (per qualcuno, meno per altri…) con la svalutazione della moneta cinese e il crollo delle borse asiatiche e non solo. L’impressione è che per ora ad aziende e imprenditori la situazione non sia cambiata affatto, con l’eventuale onda lunga della recessione che potrebbe arrivare proprio sugli ordini di questa collezione A/I 2016/17. Così nessuno si sbilancia, lasciando l’analisi a chi guarda il tutto dalla stanza dei bottoni.
Così il primo a dare un parere è stato Claudio Marenzi (nella foto di Erdna), imprenditore per Herno ma soprattutto presidente di Sistema Moda Italia che, per una volta non è stato in sintonia con il viceministro Calenda. Speculazione finanziaria per il primo, transizione tra economie per il secondo ma alla fine il risultato non cambia: il rischio di un forte contraccolpo c’è.
Se mi chiedete come finirà l’anno vi dico che i valori saranno gli stessi ma anche che ci saranno grandi differenze tra azienda e azienda
“Secondo me – ha detto Marenzi – c’è un isterismo pilotato da chi ci guadagna. In realtà per il tessile-abbigliamento sono stati più dannosi i provvedimenti presi un anno e mezzo fa per contenere la corruzione e limitare quindi i beni di lusso o di eccellenza. Piuttosto preoccupa il -34% di export in Russia, che per noi rimane un grande mercato di sbocco, sul quale rischiamo di non tornare (a causa dell’embargo e delle sanzioni, ndr) proprio a vantaggio della Cina. Se mi chiedete come finirà l’anno vi dico che i valori saranno gli stessi ma anche che ci saranno grandi differenze tra azienda e azienda, ovvero tra chi ha scelto alcuni mercati e chi altri. E per questo avremo sorprese anche nell’occupazione”